Un tetto in Gravella!
Podcast di giovedì 11 giugno
sommario della puntata
– Il Treno Maya.
Un tentativo di aggressione alle comunità indigene del sud del Messico, che oltre all’inquinamento economico e culturale portato dal turismo in zone di foresta ancora autonome, sposterà al sud la frontiera delle fabbriche manifatturiere ora assestate al nord, al confine con gli Stati Uniti. Una frontiera che porterà con sé le truppe che mantengono il gioco della produzione “off shore” daslla frontiera americana: sì al passaggio dei beni prodotti al prezzo della manodopera messicana, ma no al passaggio delle paghe statunitensi verso il Messico. Con l’intenzione di sostituire il traffico atlantico-pacifico transitante su Suez. L’opposizione però si preannuncia a tutto campo, anche da parte dall’essercito Zapatista. Un lungo approfondimento con il collettivo “nodo solidale”
– Un tetto per la Gravella
Nella ripartenza dei lavori fisici a Chiomonte e dintorni, c’è l’esigenza di ributtare gli occhi sul territorio, essere presenti e farsi venire delle buone idee. Per farlo è necessario avere dei luoghi d’appoggio, agili e ben posizionati, ma è necessario anche discutere sui mesi passati, sul confinamento e distanziamento sociale. Per assecondare anche questa esigenza, radionotav insieme ad altri propone la costruzione di una tettoia in Gravella, insieme a qualche giorno di incontro e discussione. I dettagli verranno presto divulgati. Le date? Dal 2 al 5 luglio, cominciando con una trasmissione radio “live in the wood”.
– Espropri
Lo svincolo sitaf di Giaglione per l’accesso al nuovo cantiere batte un ultimo colpo con l’avviso di esproprio. Settimana scorsa i paletti che erano stati individuati da No Tav in visita. Se siete comproprietari, scrivete a espropri(at)notavtorino.org
– Oulx-Claviere: cambio dei flussi migranti e operazione dei carabinieri con 14 divieti di dimora
Ieri risveglio fastidioso per chi pratica solidarietà con i migranti e lotta contro i dispositivi di frontiera. Paventando futuri sgomberi della casa cantoniera di Oulx, che dà ospitalità ai migranti di passaggio, sono stati affibbiati fogli di via da Oulx, Cesana, Claviere e, guardacaso, anche a Salbertrand (che non è in frontiera ma ci devono fare un cantiere tav…). E d’altra parte l’operazione è dichiaratamente preventiva. Da notare, sono usate le nuove norme che rendono l’occupazione di stabili passibile di misura cautelare, fatto inedito finora
– Capitol Hill: una nuova “libera repubblica”
Gioiamo per le notizie che arrivano dal cuore dell’impero, dove le rivolte dovute alle violenze poliziesche e all’omicidio di goerge floyd sono sfociate nella creazione di una zona autonoma e liberata a Seattle, con la creazione di barricate in 6 isolati del quartiere e forme di autodifesa organizzata. Anche a Portland qualcosa si muove. Auguri dalla redazione!
qui sotto, il volantino che il movimento no tav ha scritto in solidarietà alle popolazioni indigene del Sud del Messico

#notav
Elettrosmog e 5G: a Bussoleno non passa la moratoria
Elettrosmog e 5G: a Bussoleno non passa la moratoria
Ieri a Bussoleno è stata presentata una mozione cautelativa per la salute degli abitanti,volta a impedire l’installazione di antenne con tecnologia 5G nell’abitato.
La mozione non è passata, tramite un voto convergente tra l’area PD della maggioranza e parte dell’opposizione.
Abbiamo perciò voluto sapere di più su quanto accaduto, e soprattutto capire qualcosa non solo sul 5G, ma anche sulla tecnologia 4G e 4G+, già presente sulla maggior parte delle antenne nazionali. Le implicazioni sulla salute non sono le sole perchè ci sono anche quelle sul controllo sociale.
AGGIORNAMENTO: INIZIATIVA 7 GIUGNO SOSPESA. Nel frattempo a Bussoleno si prepara una passeggiata informativa che toccherà i luoghi della possibile installazione, a due passi dal centro del paese, domenica 7 Giugno
Ascolta la diretta con Giorgio, di C.O.D.A.R.E.M.
#CODAREM
responsabilità non è obbedienza
Passeggiata informativa a Torre Pellice, sul tema della salute, della privazione di libertà, della responsabilità individuali e delle “colpe” dovute al sistema in cui viviamo
Dopo una serie di iniziative che hanno visto scendere in strada chi abita paesi e borgate della provincia (Exilles, Bussoleno, Torre Pellice) ci prendiamo il tempo di approfondire le motivazioni di questi movimenti.
Che tentano di ributtare le “colpe” della pandemia al sistema devastatore e iperconnesso in cui viviamo, ridando centralità agli individui e ai gruppi che crediamo capaci di autogestire la propria salute. Che le istituzioni, per motivi di controllo o di lucro, preferiscono infantilizzare e rinchiudere, impedendo di affrontare le cause profonde della genesi di sempre nuovi virus e la loro diffusione pandemica.
Come diceva un vecchio slogan, autogestire la salute, distruggere la Medicina (come istituzione e come concetto)
II Assemblea radiofonica – microfoni aperti 10 Maggio 2020
Il podcast dell’intera trasmissione speciale Radionotav
In onda dagli studi di Radio Blackout di Torino e rilanciata in diretta nazionale da Radio Onda Rossa e Radio Onda d’urto. Interventi, sms, audio dalla resistenza No Tav: come andare avanti?
Prima parte, interventi di Lucietta Bellomo (Biella), Bruno (Collegno), Antonietta (Torino e cintura), Ermes, Nicoletta (Bussoleno), Mario (Torino), Gualtiero
Seconda parte, interventi di Fiorenzo (No tav Brescia), Daniel Ibanez (No tav – Francia), Tino Balduzzi (No tav terzo valico – Alessandria), Nicola, Anonimo, Renato (No tav Torino cintura), Fabrizio, Nicoletta, Congiu, Cichin, Anonimi e Anonime varie, Mauro, Sid, Ignoto (Firenze), contributi e messaggi vari, Concetta,
Terza e ultima parte: messaggi, telefonate e intervento conclusivo di Giancarlo (Almese)
#notav #radioblackout
No Tav: sabotato il corridoio ecologico del cantiere
Buone notizie dal cantiere Tav di Chiomonte: pare infatti che la sua espansione sia stata fortemente rallentata impedendo di tagliare gli alberi intorno al perimetro.
Secondo le fonti sarebbero state posizionate schegge di metallo nel bosco intorno, per impedirne l’abbattimento. I lavori che dovevano essere completati entro metà marzo sarebbero fermi. L’idea di deportare farfalla e pianta nutrice per questa primavera così salterebbe all’anno prossimo. Se gli studi e le prescrizioni ambientali non fossero uno scherzo, l’espansione del cantiere dovrebbe aspettare l’anno prossimo. Ma è come credere che gli asini volano.
Secondo il progetto pubblicato sul sito del ministero dell’Ambiente, era prevista la costruzione di dieci aree deforestate di 20 metri quadri unite da corridoi diradati di circa 10m. Lo studio è stato curato dall’università di biologia di Torino (prof. Bonelli), il taglio doveva essere completato dal Consorzio Forestale Alta Valle Susa (Ing. Dotta), deputato alla tutela ambientale dai Comuni. I terreni sono tutti comunali e nessuna comunicazione è stata data dal sindaco di Giaglione (Marco Rey), a capo di una lista sedicente “contraria all’opera”.
In questi giorni sono all’opera alcuni ricercatori che stanno posizionando trappole a feromoni nel prospettato corridoio ecologico, le cui mappe sono state pubblicate sul ministero
I lavori, che dovevano essere conclusi in tempo con la fine dell’epoca di taglio del bosco, (15 marzo), in tempo per lo sfarfallamento dei bruchi (inizio primavera), in tempo per il trapianto dei bulbi di Aristolochia (ora già in fiore), non sono stati conclusi.
In tempi di “state a casa”, dopo la delusione degli apritori di scatolette e l’inefficacia dei meccanismi istituzionali e di garanzia, il movimento sembra aver rimesso gli scarponi.

L’area interessata dai tagli è quella retinata in giallo, un’area franosa di proprietà comunale. Il corridoio (serpentone verde) si interrompe ben distante dall’area di riproduzione della farfalla (poligono rosso), poco mobile a loro stessa detta. Probabilmente questo ha facilitato e accelerato la procedura, non dovendo chiedere permessi o espropri.Grazie e buon lavoro!
Microfoni Aperti: i vostri interventi
Microfoni aperti: dì al tua!
Sono disponibili gli audio dei vostri interventi durante la trasmissione a “microfoni aperti”.
purtroppo sono molti più i messaggi e gli interventi a cui non siamo riusciti a dare spazio, quindi replicheremo al più presto.
intanto tutti gli audio li trovate qui:
Cura Italia: cosa succede a detenuti e semiliberi alle Vallette?
Il decreto Cura Italia contiene delle norme che dovrebbero velocizzare l’uscita di detenuti e semiliberi aventi diritto
Luca e Nicoletta, no tav detenuti alle Vallette, sono ora rispettivamente in licenza fino all’8 aprile e agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni.
Misure e cambiamenti sono in parte dovute alle norme inserite nel decreto Cura Italia. Vediamole più nello specifico.
Detenuti
Abbiamo chiesto a Elisabetta, che per lavoro si occupa di tribunali e carceri, di spiegarci la normativa.
[audio:02-04-2020-montanari-cura-italia-carcere.mp3]
scarica Cura Italia – detenuti
Partendo dal fatto che il decreto non ha stanziato risorse per l’attuazione dei provvedimenti riguardanti il carcere, tre sono i paletti indicati:
- la disponibilità di domicilio idoneo, che la polizia penitenziaria deve approvare
- il numero di braccialetti elettronici disponibili, obbligatori per pene residue superiori ai sei mesi
- un numero di mesi residui da scontare inferiore ai 18 mesi
Le possibilità di “uscire” sono bene o male simili a quelle previste dalla 199/2010 (svuotacarceri Alfano), la differenza dovrebbe essere una maggiore velocità, che però sembra rimanere sulla carta.
Dunque il dispositivo sembra più che altro destinato a tener buoni i detenuti e scongiurare nuove rivolte.
Semiliberi
Differente la situazione dei semiliberi e degli articolo 21, di cui parliamo con Luca Abbà. Il decreto ha previsto per i semiliberi la possibilità di licenza (cioè di non rientrare in carcere la sera) fino al 30 maggio, a dipendenza del magistrato di sorveglianza che valuta caso per caso. Per gli articoli 21 sono stati spostati dalle sezioni interne alla palazzina dei semiliberi.
Uno dei piani è stato messo in quarantena a causa di un contagio.
[audio:02-04-2020-abba-semiliberi-cura-italia.mp3]
scarica Cura Italia – semiliberi
“La farfalla è solo una mano di vernice”. Colazione al Consorzio
Stamattina colazione al Consorzio Forestale Alta Valle Susa, Oulx.
Davanti a un caffè, abbiamo parlato con gli operai che si recavano al lavoro in Clarea, e con il direttore. Il loro lavoro è indispensabile all’ampliamento del cantiere di Chiomonte.
Fuori dallo stabile diversi lavoratori hanno espresso perplessità sui lavori che sono stati richiesti, ma hanno anche spiegato la situazione precaria in cui si sentono: sia i dipendenti fissi che gli stagionali (la maggior parte) sanno che “lì c’è la porta”. “Ci tengono per lo più stagionali, non sai mai se verrai richiamato”. “Dipendiamo dai comuni, dai sindaci che cambiano… dobbiamo stare al gioco”. “Faremmo a meno di andare (in Clarea), ma se ci dicono vai lì, ci dobbiamo andare”.
Abbiamo riferito questa cosa al direttore dei lavori, che ha smentito “Se qualcuno non vuole venire, può rifiutarsi. Spero proprio che nessuno si senta obbligato”. Accogliamo questa come una buona notizia, ma sarà poi vero? Che libertà ha un dipendente di rifiutarsi di lavorare di fronte al datore di lavoro senza subire conseguenze?
Ci hanno promesso che ne parleranno tra loro. Oggi si conclude la prima, piccola, tranche di lavori, la pulizia dell’area di riproduzione della farfalla. Lavori svolti con la polizia sul collo. Più che a proteggere lo svolgimento dei lavori, sembra che vigili su dei lavoratori forzati. “Spuntano puffi da tutte le parti, sembra di andare a funghi”.
Solo una mano di vernice
Sia i dipendenti, sia il direttore sembrano abbiano molto chiare le funzioni del loro lavoro. “E’ solo una mano di vernice” “il Consorzio non è come un qualsiasi privato, la nostra presenza serve solo a dare una qualifica all’intervento” che, diplomaticamente, “rischia di essere un gran c***ta”.
Nicoletta Dosio va in carcere
Nicoletta Dosio non ha chiesto misure alternative, ieri i carabinieri l’hanno prelevata da casa e trasferita in carcere
Arresto a passo lento per Nicoletta Dosio, 73 anni, militante storica di Bussoleno, scortata da decine di notav. Diverse ore per percorrere poche centinaia di metri, perché tutti potessero salutarla.
La vicenda
Nel marzo 2013, dopo la caduta dal traliccio procurata a Luca Abbà durante l’allargamento del cantiere di Chiomonte, Nicoletta partecipa come molti altri a una iniziativa al casello di Avigliana: Oggi paga Monti.
Si trattava di un “pedaggio libero”, che indicava Sitaf come una delle maggiori responsabili delle opere di cantiere, e le impediva, per alcune ore, di riscuotere l’esoso pedaggio, allora di circa 5 euro. I caselli furono aperti perché il traffico fluisse liberamente: Sitaf non si è scordata di questo “ammanco contabile”, denunciando il fatto.
Sitaf
Sitav oggi è responsabile di questa e delle altre 11 carcerazioni, che pesano sulle spalle di molti che come Nicoletta Dosio devono scontare la pena.
Sitav oggi o domani permetterà l’allargamento del cantiere, grazie ai sui svincoli di servizio. Ne costruirà di nuovi, per rendere possibile la variante di cantiere, a Chiomonte come a Salbertrand.
Prenderà altri soldi per questo lavoro, e altri ancora per la circolazione dei camion. Tutti denari pubblici, che Sitaf riversa nelle casse private delle sue sottoposte, che eseguono lavori e manutenzione.
Sitaf pesa nell’indicare i sindaci di Susa e non solo, con una specie di clientelismo diffuso sul territorio attraverso i numerosissimi dipendenti.
Intorno a Sitaf, fin dalla costruzione dell’autostrada, si è mosso e agglutinato il potere economico del cemento, del movimento terre, della messa a valore di aree e terreni. Terre che vengono scavate, mosse, sepolte o abbandonate come le terre amiantifere di Salbertrand sul terreno in concessione a Itinera, dove Gavio fa da padrone esattamente come in Sitaf.
Tav o autostrade, sappiamo che cemento, scavi, movimento terra, costruzione e speculazione sono sempre legate.
E chi si batte contro di esse ha oggi un chiaro esempio di chi ha di fronte. I giudici condannano, il tribunale di sorveglianza manda in carcere, i carabinieri eseguono. Ma gli interessi da tutelare sono quelli dei costruttori, fonte di denaro che tiene in mano i destini del territorio.