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no tap ripresa dei lavori

Allerta NO TAP: ripresa dei lavori in vista

La ripresa dei lavori del TAP è attesa a giorni

Come previsto, terminato il periodo turistico salentino, sembra che la ripresa dei lavori avverrà a giorni. Diversi i segnali che lo fanno sospettare, dall’aumento degli effettivi nella caserme, ad una aumentata attività di pattugliamento nelle zone coinvolte dai prossimi lavori, all’arrivo di nuovi jersey. Come già a Chiomonte, anche qui i passi da compiere per portare avanti l’opera si stabiliscono nelle caserme: sono infatti le forze dell’ordine a decidere come, quando e dove procedere con nuovi lavori. Ecco quindi emergere il ruolo di chi già è stato operativo a Ventimiglia, per “gestire l’emergenza” migranti, e chissà se il “nostro”(sic) Pieroni, arrivato fresco fresco da Susa, non avrà anch’egli un ruolo.

Vecchie giustificazioni per nuove opere

L’ineluttabilità dell’opera si giustica sempre con lo scaricabarile del finanziamento europeo, oppure con presunte necessità strategiche o geopolitiche: tutto falso come al solito, buono però per fare propaganda. Ricadute positive per i paesi attraversati non ce ne saranno, dato che il gas non servirà i paesi attraversati. Allo stesso modo, la tanto propagandata concorrenza al gas russo è solo un trucco: l’entità dei giacimenti azeri è tutta da confermare. Gazprom sta già firmando accordi separati con la Turchia per rifornire di gas un tubo che altrimenti sarebbe quasi vuoto.

Che fare

Il cantiere TAP è un’opera “piccola” se la paragoniamo a quella decennale di Chiomonte. Questo significa che per fermarlo non si potrà aspettare troppo. Come spesso accade, l’inizio della lotta ha tentato anche le vie dei ricorsi legali, che sono stati respinti, anzi in alcuni casi, come la sentenza del TAR che imponeva la sospensione dei lavori, ha tratto in inganno gli attivisti.  Proprio questa sentenza aveva fatto abbassare la guardia del presidio del cantiere facilitando così un colpo di mano nell’espianto degli ulivi.

Consapevoli di questi passaggi i No Tap si trovano alla ripresa dei lavori armati di maggior consapevolezza e pronti al tutto per tutto per fermare camion, ruspe, abbattimenti, asfalto e cemento. Riportiamo qui di seguito un aggiornamento che ci hanno inviato nei giorni scorsi e invitiamo a tendere le orecchie e stare pronti a raggiungere il posto, se possibile.

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mapuche incendio mezzi forestali otto arresti per terrorismo

Mapuche contro la distruzione della foresta: arresti e accuse di terrorismo

Con un’operazione “antiterrorismo” lo stato Cileno ha arrestato otto membri della causa mapuche

L’accusa è di voler organizzare la distruzione di cento mezzi delle imprese responsabili della distruzione della foresta.
Riportiamo qui una intervista realizzata ai microfoni di radioblackout, in cui Jorge Huenchullan, ospite recentemente in Valsusa come portavoce della Comunità Autonoma di Temucuicui riporta le ultime vicende della sua terra. Ora ricercato dalla polizia cilena, Jorge si è dato alla macchia dichiarando che non intende presentarsi di fronte al tribunale di stato. “Continuerò a resistere, lottando per la liberazione del nostro popolo”. Jorge à una delle due persone scampate alla prigione.

Distruzione della foresta e distruzione di macchine deforestatrici

Gli arresti, basati interamente su messaggi Whatsapp e Telegram, accusano le organizzazioni comunitarie CAM (Coordinadora Arauco Malleco) e la WAM (WeichanAukaMapu) di vari attacchi incendiari alle attrezzature delle imprese forestali e di trasporto che deforestano il territorio ancestrale Wallmapu. Gli attacchi, avvenuti nel corso dell’anno, sono stati rivendicati alternativamente dalle due organizzazioni, che si distinguono per tattiche e forme di lotta differenti. La distruzione dei mezzi d’opera delle grandi imprese forestali è uno degli strumenti che i Mapuche utilizzano da decenni. Attualmente era in corso un digiuno di protesta contro l’uso della legge antiterrorista per reprimere la lotta Mapuche: uno degli arrestati si trovava di fronte al carcere di Temuco proprio per sostenere i prigionieri in sciopero della fame.
Gli arrestati sono stati divisi e dispersi in distinte carceri lontano dal loro territorio.

Al popolo mapuche va ovviamente il nostro pensiero e la nostra solidarietà.

Trascriviamo a seguire un articolo tratto da “Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna” che raccoglie le parole di Jorge durante uno degli incontri pubblici ha tenuto l’ottobre scorso in giro per l’europa, tra cui uno presso l’associazione Clapìe (Cels, Exilles)

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consiglio comunale aperto ad Oulx

Consiglio comunale aperto ad Oulx: osservazioni alla variante TAV dell’unione dei comuni

Stasera sarà possibile partecipare al consiglio comunale aperto ad Oulx sul tema variante di progetto

L’unione dei comuni ha presentato delle osservazioni abbastanza critiche alla variante di progetto. Un po’ per non perdere la faccia davanti agli elettori (molto critico col progetto è Chiomonte, il principale alleato dell’opera), un po’ perché ora si accorgono che il tav impatterà anche col loro territorio (ma non erano i no tav ad essere ammalati di Nimby?), gli amministratori d’alta valle si muovono. Ed aprono le porte anche ai no tav, pur con le solite ambiguità. Il consiglio comunale di stasera prevede l’intervento di alcuni consulenti tecnici no tav, invitati formalmente dalla minoranza. É poi però lo stesso sindaco ad inviare messaggini qua e là per invitare alla partecipazione no tav da tutta la valle. Forse un passo in avanti, anche se possiamo dire alle amministrazioni che salvare capre e cavoli non è possibile. Pensavano forse di potersi non schierare, ed avere i benefici (?) del tav senza avere l’opera in casa? Proprio perché sono stati buoni buoni (ah, l’ordine pubblico…) ora scelgono l’alta valle come teatro per i nuovi cantieri…

Ora tutti corrono ai ripari: ma non è che ci saranno ripercussioni sul turismo? Strade intasate o bloccate? Problemi idrogeologici? Cantieri? Emissioni e smaltimento, materiali pericolosi?
E la stazione internazionale di Susa, al posto della fermata locale del TGV?

Si apre una nuova fase in alta valle: si chiama “cantieri TAV”, e non dite che non ve l’avevamo detto…

senti l’intervento di Renato sul consiglio comunale aperto ad Oulx: l’appuntamento è per oggi venerfdì 6 ottobre presso il comune di Oulx, dalle ore 20:30. La discussione dei punti legati alle osservazioni inizierà circa mezz’ora dopo.

 

[audio:2017-10-05-consiglio-aperto-oulx.mp3]

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podcast radio #notav 5 ottobre 2017

trasmissione del 5 ottobre – riassunto e podcast

Potete riascoltare l’intera puntata con il podcast a fondo pagina. A seguire il riassunto dei contenuti della trasmissione

La variante di progetto svela poco a poco le sue conseguenze. Paradossalmente la scelta dell’alta valle come territorio più sicuro per sviluppare il progetto, porta malumori in casa di chi, fin ora, si era sentito lontano da ogni problema. E così i tempi si fanno maturi perchè il movimento si faccia sentire laddove è sempre stato meno presente

Meana, Gravere e la cava Palli

Il comune di Meana, come dicevamo settimana scorsa, si dichiara interessato a ricevere milioni di metri cubi per “tappare il buco” della cava Palli, cruccio valsusino da decadi.
Ogni cava diventa prima o poi una discarica: ne sanno qualcosa a Balangero, da sito d’estrazione dell’amianto, a discarica dello stesso.
Ma qualcuno ha il coraggio di chiamarla “rinaturalizzazione”.
A Salbertrand sono presenti, su pertinenze comunali, milioni di metri cubi di materiale contaminato, sequestrato per il fallimento delle ditte che l’hanno prodotto e lì rimasto. Telt vorrebbe su quell’area costruire l’impianto di processamento delle rocce di scavo, ma nulla dice di cosa farà del materiale lì presente. Chi se ne occuperà? Dove verrà messo?
Se facciamo due conti, tolto ciò che andrebbe a costituire il sedime del previsto eliporto, il resto coinciderebbe con le quantità dichiarate dal sindaco di Meana. E Gravere, che si è reso disponibile nonostante le osservazioni firmate dall’unione montana di cui è parte? Vorrebbe anche lui ospitare del materiale ma dove? Cava Palli è parzialmente anche sotto al comune di Gravere, ma nulla vi è di scritto al momento, e ogni ipotesi è possibile, forse l’amministrazione pensa ad altri luoghi

Oulx

Nel frattempo ad aprire le danze è il comune che, nonostante le ambiguità, negli anni si è dichiarato meno favorevole all’opera Tav. Venerdì sera un consiglio comunale aperto, l’unico finora fatto sul tema in alta valle. Si discuterà proprio delle osservazioni presentate dall’unione montana, che riguardano quindi l’intero territorio e non solo il comune di Oulx. Sono stati ufficialmente invitati anche i consulenti tecnici del movimento. Sarà occasione per il movimento di fare una capatina e ricominciare a battere la zona.

Autoformazione: varianti, variabili e costi.

La giornata di sabato vedrà un pomeriggio di studi promosso da Controsservatorio Valsusa al don Bunino di Bussoleno. Il pomeriggio passerà tra approfondimenti sulle varianti e sul sistema delle compensazioni. Importante continuare a conoscere le evoluzioni del sistema Tav per contrastarlo a dovere. Le barricate, vere o di carta che siano, non si improvvisano, e se l’opera dovrà per forza uscire dal catino del Clarea, di barricate ne vedremo tante. Buon lavoro a tutti…
a giovedì prossimo
redazione[at]radionotav.info

prima parte:

[audio:2017-10-05-2-radionotav.ogg]

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seconda parte:

[audio:2017-10-05-1-radionotav.ogg]

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podcast radio no tav

trasmissione di giovedì 28 settembre – riassunto e podcast

il podcast completo della trasmissione

La notizia del giorno riguarda Meana. Il comune ha dichiarato, alla conferenza dei servizi a Roma, l’interesse a ricevere lo smarino del tav per riempire l’ex cava Palli. Qui operava una delle ditte nata dal fallimento della Italcoge (Lazzaro), una di quelle che nel 2011 aveva posato le recinzioni del cantiere.

La cava non sarebbe sufficiente ad accogliere tutto il materiale, ma offre una sponda al progetto dopo le delibere negative dei comuni di Caprie e Torrazza.

Sempre sul fronte istituzionale, l’unione montana prende posizione sulla variante di progetto con alcune osservazioni. Se non ci si può aspettare un’opposizione vera al Tav, bisogna pur approfittare del fatto che, finalmente, anche in alta valle se ne parla.

Incontro italo-francese a Lyon

Nell’incontro hanno parlato di tanta “ciccia”; accordi economici e militari, frontiere…

Ma hanno parlato anche di Tunnel Torino-Lione: scompare l’intenzione di creare un corridoio treni nuovo tra le due città, rimane l’idea (ancora più assurda allora) di fare solo il tunnel. I giornali si sperticano nel dire che ormai la decisione francese è irrevocabilmente sancita. Ma è proprio così? Lungi dall’alimentare false speranze e piste di “governo” il politichese è un po’ più sibillino. Forse fa il loro gioco lasciare sempre qualche speranza, per tenerci buoni, o forse il governo d’oltralpe preferisce sempre lasciarsi qualche asso nella manica, un conto sempre buono da presentare come merce di scambio… vedremo… intanto potete trovare il documento originale (in francese) sui vari canali informativi no tav: sta girando.

Continuano gli imbrattamenti: bello e illegale…
podcast radio no tav : il murale no tav in via Laghi ad Avigliana

murale no tav – via Laghi ad Avigliana

Per quanto riguarda scartoffie e burocrazia varia, il murale realizzato ad Avigliana in via Laghi, pare non rispetti i “vincoli paesaggistici” del luogo. In attesa della demolizione dei vari obbrobri presenti sul territorio, vediamo cosa faranno  giunta e sovrintendenza. Multa? rimozione coatta? Condono? Staremo a vedere, intano il dipinto rimane lì.

Il fine settimana vede poi diversi appuntamenti, soprattutto a Torino, occasione del g7 del lavoro. Riflessioni e appuntamenti.

A giovedì prossimo!

[audio:2017.09.28-13.03.40-radionotav.mp3]

 

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[audio:2017.09.28-14.03.40-radionotav.mp3]

 

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wall susa

Wall Susa e corteo: un audio riassunto

Wall Susa: dopo i tre giorni terminati col corteo…

Dalla nostra inviata specialissima, un resoconto audio della tre giorni di pitture murali (wall susa) e dal corteo. Murales a Chiomonte e in tutta la valle, corteo, riffa e interventi al microfono. Un riassunto di pochi minuti dello spirito di queste giornate.

[audio:wallsusa.mp3]

 

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E ancora…

leggi e ascolta l’intervista ad Aladin, uno dei muralisti che hanno partecipato all’evento: arte di strada e potere

oppure guarda la sezione murales

Meana cava tav

Meana accoglie lo smarino del TAV

Il comune di Meana ha dichiarato in conferenza di servizi la disponibilità a riempire di smarino l’ex cava Palli

E’ ufficiale: il comune di Meana desidera ricevere lo smarino del tav  per “rinaturalizzare” (tradotto dalla neolingua: fare una discarica) le cave del territorio. Il comune da sempre ambiguo di fronte all’opera ora si schiera apertamente, in cerca di qualche “compensazione”. Ma non ci sono compensazioni possibili alla distruzione del territorio…

La decisione, tenuto nascosta prima della dichiarazione direttamente al governo, e a Telt, sembra bilanciare le delibere negative fatte a Caprie e a Torrazza. Ma le cave di Meana non saranno comunque sufficienti ad accogliere tutto il materiale. Sarebbero però sufficienti ad accogliere il materiale dissequestrato a Salbertrand, che cerca collocazione. Una volta rimosso, farebbe spazio ai capannoni di processamento del materiale
A descrivere il quadro Monica, consigliera a Giaglione e rappresentante all’unione montana dei comuni

[audio:2017-09-28-meana-cava-balli.mp3]

 

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Oggi saranno anche discusse, all’unione montana dei comuni, delle osservazione alla variante di progetto proposta dai comuni dell’alta valle. I sindaci si premurano di tenere libera la statale e non intralciare il turismo. Per quanto queste premure possano valere, rimane comunque un buon momento per agitare le acque nella tranquilla alta valle, che ora scopre che i danni del tav saranno anche qui.

Ascolta le riflessioni fatte da Monica ai nostri microfoni:

[audio:2017-09-28-osservazioni-unione.mp3]
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Torino Lione: a che punto siamo?

il nuovo volantone che fa il punto sulla Torino Lione:

Torino Lione a che punto siamo
Da oltre un quarto di secolo si parla di una nuova linea Torino Lione. Da oltre un quarto di secolo vengono portate tesi e
argomentazioni che provano l’assurdità della proposta.

Negli anni sono stati presentati molti progetti: sinistra Dora, destra Dora, progetto a fasi… Diversi sono stati abbandonati e la nuova linea ha perso alcuni pezzi per strada. Oggi ci troviamo a studiare, e a contrastare, il così detto Progetto di Variante  della tratta transfrontaliera, che prevede lo scavo  a partire da Chiomonte delle due canne del tunnel di base,  un cantiere che si allargherà occupando circa 120.000 metri quadrati,  il trasporto a Salbertrand del materiale estratto a Chiomonte,  un’area industriale a Salbertrand occupante una superficie di circa 125.000 metri quadrati, l’invio del materiale non riutilizzabile a Caprie e a Torrazza, la realizzazione a Susa di diversi cantieri: quello per l’imbocco est del tunnel di base, di circa 50.000 metri quadrati; l’area di lavoro “Susa Autoporto”, per la
realizzazione delle opere a cielo aperto, che occuperà circa 130.000 metri quadrati; il cantiere dell’imbocco Ovest del tunnel di interconnessione, di circa 100.000 metri quadrati e finalizzato allo scavo delle due canne del tunnel di interconnessione fra Susa e Bussoleno. Il peso del materiale scavato per quest’ultimo tunnel ammonta a circa 1.400.000 tonnellate, parte di questo materiale verrà riutilizzato sul posto e parte mandato, tramite tir, a
Salbertrand;  la costruzione a Bussoleno di due cantieri: quello
dell’imbocco est del tunnel di interconnessione di circa 4.000 metri quadrati, quello dell’innesto alla linea storica di circa 5.000 metri quadrati; è inoltre prevista una ulteriore area di cantiere di circa 9.000 metri quadrati per il deposito dei materiali;  il ritrovamento di circa 220.000 tonnellate di materiale potenzialmente contenente amianto e 85.000 tonnellate contenente arsenico.

Questa Variante, che rende complicatissima e ancor più impattante la logistica di cantiere e aumenta le aree occupate, è stata proposta come migliorativa sul lato della sicurezza. Peggiora invece, se possibile, un
progetto sciagurato.

Arte di strada e Potere: tre giorni di murales in Val Susa

In studio con noi une degli “imbrattatori” che stanno dipingendo muri e case della valle. Gli abbiamo posto alcune domande: l’arte di strada “di lotta”, “impegnata” esiste ancora? Come si distingue dai servigi prezzolati che molti artisti Artisti donano ai detentori del potere? A coloro che prima deturpano, distruggono o devastano il territorio, poi pagano perché venga ben rappresentato?

Cosa succede nel mondo dell’arte di strada, tra censure e divieti da una parte, e recupero e speculazione dall’altra?

Qui avete la registrazione di quanto passato ai nostri microfoni

[audio:2017-09-21-arte-potere.mp3]

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Qual’è invece il programma di questi tre giorni, tra incontri pubblici e nuovi “imbrattamenti”? Ricordiamo che sarà possibile partecipare alla jam, dove chiunque potrà cimentarsi nell’arte dell’imbrattare.

[audio:2017-09-21-wallsusa-programma.mp3]

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qui la mappa dei disegni che sono in realizzazione: passate a vederli, a salutare e a far sentire la presenza della valle no tav!
ricordiamo ancora che precedenti disegni erano stati denunciati appunto per imbrattamento proprio mentre il tunnel “Clarea” veniva dipinto da pittori prezzolati.