Zona rossa No Tap

Zona rossa No Tap, presidio inaccessibile

Zona rossa No Tap intorno al cantiere che impedisce l’accesso al presidio No Tap

Colpo di mano poliziesco intorno al cantiere Tap. Con l’istituzione di una zona rossa No Tap è impedito l’accesso alle zone circostanti i lavori, se non singolarmente e “disgiuntamente”. Il prefetto interviene a tutelare gli interessi di Snam, petrolieri e governo. Secondo l’ormai inveterato sistema di intervento, con ordinanza prefettizia viene impedita la libera circolazione per le strade di Melendugno. Gli otto punti di accesso all’area, già bloccati al tempo dei primi espianti, diventano check-point fissi a cui la cittadinanza viene sottoposta.

Ascolta la diretta da Melendugno

[audio:2017-11-15-no-tap-zona-rossa.mp3]

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podcast cava palli

podcast – trasmissione di giovedì 9 novembre

Due i temi principali del giorno: alcune riflessioni a margine degli incendi, e un resoconto del consiglio comunale aperto a Meana, sul ruolo della locale cava Palli nei futuri lavori per il Tav.
Incendi,inchieste e compensazioni

Per quanto riguarda gli incendi, in queste settimane post-emergenza i giornali hanno dato molto risalto alle indagini alla ricerca dei “colpevoli”. Non ultime associazioni come il wwf reclamano “pene esemplari”. Noi non crediamo che questa caccia al responsabile possa risolvere il problema. Come ha detto Luca Giunti nell’intervista che abbiamo pubblicato, il problema non è il piromane, non è solo l’accorpamento di forestale e carabinieri, né l privatizzazione del servizio di aerei canadair. Il problema è l’abbandono della montagna, la scelta politica e collettiva, a suo tempo, di scendere alle fabbriche, l’abitudine a frequentare i centri commerciali più che i sentieri. L’abbandono del territorio è un pacchetto completo, la sua salvaguardia pure, ed è un fatto che va insieme alle scelte quotidiane delle nostre vite. La salvaguardia non può essere delegata a nessun ente od agente, ma fa parte del tipo di vita umana che c’è sul e con il territorio.

Abbiamo conosciuto sulla nostra pelle come la giustizia possa essere complementare alla politica e spostare l’attenzione da un problema all’altro. Mentre si cercherà un colpevole, vero o presunto, da dare in pasto alla giustizia e ai giornali, nulla si farà, neanche a parole, per indagare ciò che rende possibile incendi di tali proporzioni.

Meana, Gravere e cava Palli: quali interessi e di chi?

A Meana c’è stata finalmente la possibilità per la popolazione di chiedere conto all’amministrazione del possibile uso di territorio comunale per il deposito di materiali della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. La minoranza ha ottenuto un consiglio comunale aperto sulla questione, molto partecipato dalla popolazione. Su ottocento abitanti,un centinaio erano quelle presenti, motivo per cui la sessione è stata spostata al centro polivalente, nonostante le forze dell’ordine suggerissero la partecipazione a una semplice delegazione. La presenza di agenti in divisa è ormai una costante in tutti i consigli comunali dell’alta valle.

In passato l’amministrazione comunale aveva deliberato contro la ricezione dello smarino. Alcuni degli attuali amministratori facevano parte della giunta: cosa è cambiato da allora?

Come sappiamo tutte le cave, nocive di per sé, diventano alla fine del ciclo estrattivo delle discariche. Poi le ditte falliscono e svaniscono, il danno resta e buonanotte al secchio. Sarà la costruzione di nuove infrastrutture a offrire nuove possibilità di ricevere soldi ministeriali per rifare il giochino un po’ più in là. Tale sembra essere il destino della Palli.

Durante il consiglio comunale, messa alle strette dalle domande incalzanti di popolazione e minoranza, la Sindaca ha interrotto la seduta togliendo la luce alla sala. Rimangono sempre molte domande in sospeso, o forse tutte.

Quale è la reale necessità del recupero di cava Palli?

Perché il presidente dell’unione montana Nurisso, nonché sindaco di Gravere, parla ai giornali a nome di Mea? Meana non è invitata a partecipare alla conferenza dei servizi. É vero che Meana ha dato delega a Nurisso di parlare oppure no? E, aggiungiamo, quando Nurisso parla come sindaco e quando come presidente dell’Unione, che invece si è espressa contro la variante di progetto?

Per quanto riguarda Gravere, e Nurisso sindaco, è chiaro che la sua figura mal si sovrappone a quella di Nurisso imprenditore, presente in cantiere con una ditta che faceva rilievi con i droni all’interno del cantiere. Difficile immaginare come il Nurisso possa rappresentare gli interessi comuni dei suoi cittadini e suoi interessi privati come imprenditore. Forse un giorno ce lo spiegherà.

ascolta il podcast

 

[audio:2017-11-09-registrazione-radionotav.mp3]

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cava palli podcast

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incendi-valsusa

Incendi in Valsusa: il dolo, la siccità, le mancanze e la cura quotidiana del territorio

aggiornato con audio e intervista completa

Abbiamo sentito Luca Giunti in collaborazione con “Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna”, ponendogli alcune domande sul perché degli incendi che hanno devastato Valsusa e Piemonte.

Prima però, vogliamo dire due cose. Innanzitutto ringraziare tutti coloro che si sono adoperati durante l’emergenza, dimostrando quanto sia importante avere una fitta rete di rapporti tra coloro che vivono sul territorio. Nonostante le difficoltà, e anche il divieto a partecipare che “certuni” cercavano di porre (nulla ci stupisce, ma ce ne ricorderemo), le relazioni create durante tutti questi anni di lotta al Tav dimostrano quanto sia importante avere un rapporto forte col territorio e con le persone, sentire delle responsabilità comuni, partecipare ed agire, non lasciare in mano ad altri il destino delle nostre vite e di quanto ci sta intorno. Anche per tutto questo, grazie ancora.

Secondo, vogliamo dire che non ci interessano i vittimismi e i trionfalismi, le fanfare e la celebrazione di qualche eroismo (“che bravi, ce l’abbiamo fatta”), e neppure la ricerca dei colpevoli, come se si potesse stare tranquilli dando la responsabilità a questo o quel singolo. Ci sono responsabilità politiche, sociali e collettive di quello che è successo. Qui si confrontano modi diversi di intendere la vita non su questo territorio ma su questo pianeta. L’intervista che segue lo spiega bene.

scarica qui l’audio

[audio:2017-11-02-audio-Luca-Giunti.mp3]

e qui Nunatak48.estrattoIncendi l’intervista intera.

incendi valsusa

incendi valsusa

qui di seguito un riassunto

Cause vicine e cause lontane

La montagna, qui da noi, brucia d’inverno: l’inverno è più secco. Perché quest’anno brucia di più? Perché non piove da mesi. Perché ogni anno che passa piove meno. É il cambio climatico, dove anche l’uomo fa la sua bella parte.

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no tap ripresa dei lavori

Allerta NO TAP: ripresa dei lavori in vista

La ripresa dei lavori del TAP è attesa a giorni

Come previsto, terminato il periodo turistico salentino, sembra che la ripresa dei lavori avverrà a giorni. Diversi i segnali che lo fanno sospettare, dall’aumento degli effettivi nella caserme, ad una aumentata attività di pattugliamento nelle zone coinvolte dai prossimi lavori, all’arrivo di nuovi jersey. Come già a Chiomonte, anche qui i passi da compiere per portare avanti l’opera si stabiliscono nelle caserme: sono infatti le forze dell’ordine a decidere come, quando e dove procedere con nuovi lavori. Ecco quindi emergere il ruolo di chi già è stato operativo a Ventimiglia, per “gestire l’emergenza” migranti, e chissà se il “nostro”(sic) Pieroni, arrivato fresco fresco da Susa, non avrà anch’egli un ruolo.

Vecchie giustificazioni per nuove opere

L’ineluttabilità dell’opera si giustica sempre con lo scaricabarile del finanziamento europeo, oppure con presunte necessità strategiche o geopolitiche: tutto falso come al solito, buono però per fare propaganda. Ricadute positive per i paesi attraversati non ce ne saranno, dato che il gas non servirà i paesi attraversati. Allo stesso modo, la tanto propagandata concorrenza al gas russo è solo un trucco: l’entità dei giacimenti azeri è tutta da confermare. Gazprom sta già firmando accordi separati con la Turchia per rifornire di gas un tubo che altrimenti sarebbe quasi vuoto.

Che fare

Il cantiere TAP è un’opera “piccola” se la paragoniamo a quella decennale di Chiomonte. Questo significa che per fermarlo non si potrà aspettare troppo. Come spesso accade, l’inizio della lotta ha tentato anche le vie dei ricorsi legali, che sono stati respinti, anzi in alcuni casi, come la sentenza del TAR che imponeva la sospensione dei lavori, ha tratto in inganno gli attivisti.  Proprio questa sentenza aveva fatto abbassare la guardia del presidio del cantiere facilitando così un colpo di mano nell’espianto degli ulivi.

Consapevoli di questi passaggi i No Tap si trovano alla ripresa dei lavori armati di maggior consapevolezza e pronti al tutto per tutto per fermare camion, ruspe, abbattimenti, asfalto e cemento. Riportiamo qui di seguito un aggiornamento che ci hanno inviato nei giorni scorsi e invitiamo a tendere le orecchie e stare pronti a raggiungere il posto, se possibile.

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mapuche incendio mezzi forestali otto arresti per terrorismo

Mapuche contro la distruzione della foresta: arresti e accuse di terrorismo

Con un’operazione “antiterrorismo” lo stato Cileno ha arrestato otto membri della causa mapuche

L’accusa è di voler organizzare la distruzione di cento mezzi delle imprese responsabili della distruzione della foresta.
Riportiamo qui una intervista realizzata ai microfoni di radioblackout, in cui Jorge Huenchullan, ospite recentemente in Valsusa come portavoce della Comunità Autonoma di Temucuicui riporta le ultime vicende della sua terra. Ora ricercato dalla polizia cilena, Jorge si è dato alla macchia dichiarando che non intende presentarsi di fronte al tribunale di stato. “Continuerò a resistere, lottando per la liberazione del nostro popolo”. Jorge à una delle due persone scampate alla prigione.

Distruzione della foresta e distruzione di macchine deforestatrici

Gli arresti, basati interamente su messaggi Whatsapp e Telegram, accusano le organizzazioni comunitarie CAM (Coordinadora Arauco Malleco) e la WAM (WeichanAukaMapu) di vari attacchi incendiari alle attrezzature delle imprese forestali e di trasporto che deforestano il territorio ancestrale Wallmapu. Gli attacchi, avvenuti nel corso dell’anno, sono stati rivendicati alternativamente dalle due organizzazioni, che si distinguono per tattiche e forme di lotta differenti. La distruzione dei mezzi d’opera delle grandi imprese forestali è uno degli strumenti che i Mapuche utilizzano da decenni. Attualmente era in corso un digiuno di protesta contro l’uso della legge antiterrorista per reprimere la lotta Mapuche: uno degli arrestati si trovava di fronte al carcere di Temuco proprio per sostenere i prigionieri in sciopero della fame.
Gli arrestati sono stati divisi e dispersi in distinte carceri lontano dal loro territorio.

Al popolo mapuche va ovviamente il nostro pensiero e la nostra solidarietà.

Trascriviamo a seguire un articolo tratto da “Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna” che raccoglie le parole di Jorge durante uno degli incontri pubblici ha tenuto l’ottobre scorso in giro per l’europa, tra cui uno presso l’associazione Clapìe (Cels, Exilles)

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consiglio comunale aperto ad Oulx

Consiglio comunale aperto ad Oulx: osservazioni alla variante TAV dell’unione dei comuni

Stasera sarà possibile partecipare al consiglio comunale aperto ad Oulx sul tema variante di progetto

L’unione dei comuni ha presentato delle osservazioni abbastanza critiche alla variante di progetto. Un po’ per non perdere la faccia davanti agli elettori (molto critico col progetto è Chiomonte, il principale alleato dell’opera), un po’ perché ora si accorgono che il tav impatterà anche col loro territorio (ma non erano i no tav ad essere ammalati di Nimby?), gli amministratori d’alta valle si muovono. Ed aprono le porte anche ai no tav, pur con le solite ambiguità. Il consiglio comunale di stasera prevede l’intervento di alcuni consulenti tecnici no tav, invitati formalmente dalla minoranza. É poi però lo stesso sindaco ad inviare messaggini qua e là per invitare alla partecipazione no tav da tutta la valle. Forse un passo in avanti, anche se possiamo dire alle amministrazioni che salvare capre e cavoli non è possibile. Pensavano forse di potersi non schierare, ed avere i benefici (?) del tav senza avere l’opera in casa? Proprio perché sono stati buoni buoni (ah, l’ordine pubblico…) ora scelgono l’alta valle come teatro per i nuovi cantieri…

Ora tutti corrono ai ripari: ma non è che ci saranno ripercussioni sul turismo? Strade intasate o bloccate? Problemi idrogeologici? Cantieri? Emissioni e smaltimento, materiali pericolosi?
E la stazione internazionale di Susa, al posto della fermata locale del TGV?

Si apre una nuova fase in alta valle: si chiama “cantieri TAV”, e non dite che non ve l’avevamo detto…

senti l’intervento di Renato sul consiglio comunale aperto ad Oulx: l’appuntamento è per oggi venerfdì 6 ottobre presso il comune di Oulx, dalle ore 20:30. La discussione dei punti legati alle osservazioni inizierà circa mezz’ora dopo.

 

[audio:2017-10-05-consiglio-aperto-oulx.mp3]

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podcast radio #notav 5 ottobre 2017

trasmissione del 5 ottobre – riassunto e podcast

Potete riascoltare l’intera puntata con il podcast a fondo pagina. A seguire il riassunto dei contenuti della trasmissione

La variante di progetto svela poco a poco le sue conseguenze. Paradossalmente la scelta dell’alta valle come territorio più sicuro per sviluppare il progetto, porta malumori in casa di chi, fin ora, si era sentito lontano da ogni problema. E così i tempi si fanno maturi perchè il movimento si faccia sentire laddove è sempre stato meno presente

Meana, Gravere e la cava Palli

Il comune di Meana, come dicevamo settimana scorsa, si dichiara interessato a ricevere milioni di metri cubi per “tappare il buco” della cava Palli, cruccio valsusino da decadi.
Ogni cava diventa prima o poi una discarica: ne sanno qualcosa a Balangero, da sito d’estrazione dell’amianto, a discarica dello stesso.
Ma qualcuno ha il coraggio di chiamarla “rinaturalizzazione”.
A Salbertrand sono presenti, su pertinenze comunali, milioni di metri cubi di materiale contaminato, sequestrato per il fallimento delle ditte che l’hanno prodotto e lì rimasto. Telt vorrebbe su quell’area costruire l’impianto di processamento delle rocce di scavo, ma nulla dice di cosa farà del materiale lì presente. Chi se ne occuperà? Dove verrà messo?
Se facciamo due conti, tolto ciò che andrebbe a costituire il sedime del previsto eliporto, il resto coinciderebbe con le quantità dichiarate dal sindaco di Meana. E Gravere, che si è reso disponibile nonostante le osservazioni firmate dall’unione montana di cui è parte? Vorrebbe anche lui ospitare del materiale ma dove? Cava Palli è parzialmente anche sotto al comune di Gravere, ma nulla vi è di scritto al momento, e ogni ipotesi è possibile, forse l’amministrazione pensa ad altri luoghi

Oulx

Nel frattempo ad aprire le danze è il comune che, nonostante le ambiguità, negli anni si è dichiarato meno favorevole all’opera Tav. Venerdì sera un consiglio comunale aperto, l’unico finora fatto sul tema in alta valle. Si discuterà proprio delle osservazioni presentate dall’unione montana, che riguardano quindi l’intero territorio e non solo il comune di Oulx. Sono stati ufficialmente invitati anche i consulenti tecnici del movimento. Sarà occasione per il movimento di fare una capatina e ricominciare a battere la zona.

Autoformazione: varianti, variabili e costi.

La giornata di sabato vedrà un pomeriggio di studi promosso da Controsservatorio Valsusa al don Bunino di Bussoleno. Il pomeriggio passerà tra approfondimenti sulle varianti e sul sistema delle compensazioni. Importante continuare a conoscere le evoluzioni del sistema Tav per contrastarlo a dovere. Le barricate, vere o di carta che siano, non si improvvisano, e se l’opera dovrà per forza uscire dal catino del Clarea, di barricate ne vedremo tante. Buon lavoro a tutti…
a giovedì prossimo
redazione[at]radionotav.info

prima parte:

[audio:2017-10-05-2-radionotav.ogg]

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seconda parte:

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