Trasmissione del 24/04/2025 da piazza del sole a Susa
In questa puntata:
Notizie dalla Francia. Oltralpe nuovi cantieri sorgono e devastano, ma le mobilitazioni aumentano
Lavori sulla discarica di smarino nella piana di Susa: i politici tacciono e insabbiano, i lavori proseguono e i detriti velenosi vengono consegnati al vento e alle acque della Valle di Susa
Ancora due parole sulla truffa delle compensazioni
Marcia popolare il 10 maggio a Susa contro la devastazione
emergenza maltempo in Val Susa, ma la priorità resta sempre la devastazione TAV, come al solito precedenza al profitto dei “soliti noti” a discapito delle necessità reali della popolazione
escalation della violenza e della bestialità poliziesca, primi effetti del decreto sicurezza (decreto legge n.48 dell’11 aprile 2025)
Marta e Gabriel ci parlano della situazione in Francia, della manifestazione NOTAV di sabato scorso a Chambéry e della brutalità della polizia francese
appuntamenti e iniziative di lotta
Scaletta musicale:
Pennywise – Fuck Authority
Lion’s Law – Sewer Rats
DJ Spass – Assassini
Kiberspassk – Morozko
Haymaker – First to die
Apunkalypse – Tout le monde déteste la police
Zion Train – War in Babylon
Poliziotti con felpe neofasciste alla manifestazione di Milano del 12-04-2025 in solidarietà con la Palestina
Presidio itinerante, mulini, azioni di disturbo e sabotaggio, fomne notav e altro ancora
La trasmissione del 9 luglio: un resoconto dal presidio itinerante, con azioni, assemblee, cortei.
3 Luglio: colazione di disturbo all’accesso del cantiere in zona statale. Al pomeriggio corteo a Susa, da Piazza del Sole alla Bella Napoli, dove mangiavano le forze dell’ordine prima di essere disturbate, all’hotel Fell, dove dormono, passando per il comando dei carabinieri, il Napoleon e via Roma. Nottata di disturbo alle forze dell’ordine.
4 luglio: giornata di autoformazione sui futuri cantieri in valle organizzata dal presidio itinerante: molti giovani e volti nuovi. tappa a San Didero, Caprie e Susa. Smontata la ferrovia di servizio alla cava di Caprie, che servirà a trasportare lo smarino. La formazione continua con Mario, al presidio di San Giuliano e con Simone Franchino, a Exilles.
5 luglio: discussioni approfondite, con vari relatori su pandemia, emergenze e risposte dei movimenti. Nel pomeriggio passeggiata di sostegno al presidio permanente ai mulini. Passeggiata informativa a oulx sulla situazione delle frontiere.
L’arresto di Emilio e un suo intervento radiofonico dai domiciliari.
Corteo a Bussoleno per Emilio, Brescia, Nicoletta.
Week end di iniziative organizzato dalle Fomne No Tav, collegamento telefonico con Adele.
Iniziativa del Comitato Susa-Mompantero: risistemazione del presidio “Il Sole in un Baleno” e della scritta No Tav sulla montagna, sabato alle 9:00. Intervento telefonico di Doriana Tassotti.
Passeggiata informativa a Torre Pellice, sul tema della salute, della privazione di libertà, della responsabilità individuali e delle “colpe” dovute al sistema in cui viviamo
Dopo una serie di iniziative che hanno visto scendere in strada chi abita paesi e borgate della provincia (Exilles, Bussoleno, Torre Pellice) ci prendiamo il tempo di approfondire le motivazioni di questi movimenti.
Che tentano di ributtare le “colpe” della pandemia al sistema devastatore e iperconnesso in cui viviamo, ridando centralità agli individui e ai gruppi che crediamo capaci di autogestire la propria salute. Che le istituzioni, per motivi di controllo o di lucro, preferiscono infantilizzare e rinchiudere, impedendo di affrontare le cause profonde della genesi di sempre nuovi virus e la loro diffusione pandemica.
Come diceva un vecchio slogan, autogestire la salute, distruggere la Medicina (come istituzione e come concetto)
Se Erdogan massacra con l’avvallo di EU e Nato.. il nostro nemico è qui!
[dettagli pullman per corteo a Milano da Bussoleno al fondo]
L’attacco Turco ai territori del Rojavaè il risultato di un accordo che va bene a tutti. Nello scacchiere orientale la spartizione di territorio e risorse tra Assad, Erdogan e Putin. Ma casa nostra c’è l’appalto alle forze turche per il controllo dei confini, la vendita di armi e il mantenimento di buoni rapporti finanziari.
Unicredit è partecipata al 41% dalla turca Yapi Kredi Bank, Leonardo (Finmeccanica) produce e vende i caccia F16 alla Turchia, i porti italiani fanno parte dei poli logistici della guerra (come anche il tav ne sarà parte), oltre a molte altre imprese di armamenti statunitensi, italiane, tedesche, banche di credito e altro. Potete trovare molte informazioni sul profilo di riseup4rojava
Molte le azioni di protesta, solidarietà, boicottaggio e sabotaggio:
Blocco di molti aerei di linea della compagnia aerea turca, in Italia e altrove
bloccata a Roma la Rheinmetall, produttrice dei cannoni Oerlikon da 25mm pronti a partire verso la Turchia
in Germaniasabotata la linea ferroviaria usata sempre da Rheinmetall per esportare il tank Leopard due e le sue munizioni
a Trento un gruppo di compagni si è posizionato davanti alla sede centrale dell’Unicredit di Trento con un grande striscione contro l’aggressione militare in Siria da parte dell’esercito turco
Nelle università, fondazioni e centri di ricerca si è messo in evidenza il legame tra ricerca accademica e comparto bellico
Il ruolo strategico dei porti per la Nato è stato evidenziato dai lavoratori portuali di Genova che continuano la mobilitazione contro l’uso bellico della logistica portuale
Sabato 26 Ottobre alle ore 14.30 (Milano – Palestro) contro la guerra in Siria del Nord. Per sostenere la resistenza della popolazione e delle Forze Siriane Democratiche.
I pullman partiranno alle ore 9.45 dalla piazza del mercato di Bussoleno, mentre alle ore 11.00 dal piazzale del Cimitero Monumentale di Torino
Costo: 10 euro A/R
Analisi costi-benefici: pronta la scappatoia sul retro
La costi-benefici non è poi così negativa, perchè non contempla molte cose. Ma soprattutto, come farà questo governo a bloccare l’opera, visto che i 5 stelle non hanno i numeri? E come faranno a salvare la faccia? Un’analisi di Mario Cavargna, Presidente di Pro Natura Piemonte
Sembrerebbe infatti che la scappatoia non sia nell’analisi costi-benefici, ma nel secondo dossier tecnico-giuridico. Un dossier che lascia molti dubbi e volutamente non affronta come dovrebbe la questione delle presunte penali. Penali che non sarebbero dovute, come previsto dai regolamenti sugli appalti, insieme ai finanziamenti europei che, se non utilizzati non vengono erogati, ma se sono stati spesi non vanno resi.
“I 5 stelle ci hanno già venduto”
Anche i più fiduciosi nel partito pentastellato si aspettano sorprese a questo punto. Di Maio mette le mani avanti, lasciando intendere che l’accordo con Salvini prevedeva lo stop alla tav… Ma c’è o non c’è uno scambio?
Il movimento no tav è contro al supertreno né qui né altrove, né ora né mai. Continuerà a battersi contro le grandi opere, tutte le grandi opere, anche quelle che il governo 5 stelle- Lega ha portato avanti. Continuerà la sua opposizione come sempre, con tutti i mezzi finora utilizzati, dalle barricate di carta a quelle vere, dalla resistenza passiva al sabotaggio.
Mentre in Francia la “gente” è stufa di lavorare per rimanere povera, qui si chiede ancora “lavoro”… Sì ma lavoro per che cosa?
Sempre in vista dell’8 dicembre, giornata internazionale contro le grandi opere inutili e imposte, e per la difesa del pianeta, siamo andati a toccare e ritoccare alcuni punti.
Corporazioni, industriali e padronato vario non vogliono perdere il grande affare del tav. Si giustificano dicendo che c’è bisogno di lavoro. Ma se, come abbiamo sempre detto, c’è lavoro e lavoro, e non tutto è giustificabile, noi aggiungiamo: ma a cosa serve un lavoro se poi, comunque non basta per vivere, come in Francia stanno dicendo i gilè gialli?
E a chi lavora, non suona strano che di colpo tutti i padroni, seduti nei loro begli uffici, si preoccupino di noi?
Approvazione del decreto Salvini
Niente paura, cari no tav, adesso il blocco stradale sarà duramente represso, ma, ve lo assicuriamo, la prossima volta staremo noi 5 stelle davanti le barricate. Grazie per averci votato, noi sì che facciamo i vostri interessi, ricordatevene la prossima volta!
Intellettuali
Siamo in Italia, dove lo status di intellettuale mette al riparo da ogni cosa. Ce ne stiamo qui, nel nostro limbo, senza prendere parte a queste quisquilie che agitano il popolino. Noi abbiamo editori, tv e giornali a cui rendere conto… il tav non è affar nostro… Al massimo verremo a qualche festival!
Donne no tav
Oggi conferenza stampa delle donne no tav, per lanciare il corteo dell’8 ma anche per rispondere a chi, pattinando nella sinistra istituzionale in cerca di voti, ha incontrato le sinistre padrone “sì tav”. Non basta essere donne se ce la si fa con padroni e i loro interessi. In tempi di quote rosa ricordiamo che non basta essere donna per distinguersi dal sistema patriarcale…
La manifestazione del 10 Novembre in piazza castello a Torino dice sì tav e sì lavoro. Ma le cosiddette “madamin” sono tutte manager in carriera, legate a precisi gruppi di interesse. Si è parlato tanto del ritorno della borghesia, e le organizzatrici della manifestazioni lo rivendicano. Gente capace, secondo loro, di “una sana laboriosità, unita a libera iniziativa e competenze specifiche”. Sono “coloro che possiedono i mezzi di produzione”. Tutta lì la differenza. Se vuoi puoi, ma solo se “hai”. Se “non hai”, niente “libera iniziativa”, niente “competenze specifiche”, niente rendita. Vendi le tue ore per pochi spiccioli, paga rendite immobiliari a banche e proprietari di case ed edifici.
Classe dirigente
Forse a preoccuparsi tanto è una “classe dirigente” (mai termine fu più appropriato) che finalmente ha trovato chi incolpare della perdita di controllo sui processi economici. Povera piccola borghesia proprietaria sabauda. Ha venduto tutte le proprietà e mantenuto solo dei “miseri” brand (e di questo si occupano le nostre manager con i loro brand identity, brand strategy, copywriting, verbal identity, brand strategy design e via fuffonando), per scaricare sulle classi “senza libera iniziativa” e “senza specifiche competenze” il tracollo delle loro aziende. Ricordiamolo: a fine anni ’90, venduti i macchinari per la produzione all’estero e trasformate le imprese in “real estate”, i cari imprenditori hanno trasformato i capannoni in cubature immobiliari vendute, grazie alle banche, alle classi popolari, agli inferiori (quelli che non avendo i mezzi di produzione, non possono permettersi la “libera iniziativa” prerogativa dei “borghesi”). Poi la bolla immobiliare è finita, loro si son tenuti i soldi e gli altri i mutui. O gli immobili che però adesso valgono la metà.