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“chi voterà il pacchetto sicurezza qui non sarà più il benvenuto”

Pacchetto sicurezza e non solo Tav: prese di posizione sempre più nette contro il governo
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scarica pacchetto sicurezza, mobilitazioni e migranti

Trasmissione di giovedì primo novembre:  i contenuti

Almese: incontro sulle conseguenze del pacchetto sicurezza sui migranti e su chi rivendica la “buona accoglienza”, cioè amministrazioni pubbliche, cooperative e associazioni di sostegno.

Piccolo focus tecnico su quali saranno le trasformazioni dei permessi (umanitari, lavorativi, di asilo) e degli stanziamenti alle strutture di “gestione”.

Questione che sicuramente ha diverse letture, da ovunque la si veda. Quello che è sicuro è che il pacchetto sicurezza è ancora una volta più criminogeno. Illegalizza di fatto fasce ancora maggiori di soggetti che non potranno più accedere a quei minimi diritti che la già cattiva normativa precedente garantiva. Creare persone illegali per decreto non è cosa nuova dalla lontana istituzione (di centrosinistra) del reato di clandestinità. Sicuramente serve a fini elettorali e di miglio

Pacchetto sicurezza e non solo Tav: prese di posizione sempre più nette contro il governo

re sfruttamento lavorale, ma anche il taglio dei fondi a cooperative e simili ha un risvolto politico-clientelare, tanto quanto lo è il contrario.

Quello che è da segnalare è che, finalmente, anche parte di quel movimento che nei 5 stelle aveva creduto, finalmente si sta ricredendo, non solo sulla questione tav, ma anche su altre questioni, non ultima questa, sulla criminalizzazione e sui respingimenti.

Costi-benefici e sospensione dell’opera

Grande canea per la simbolica votazione del consiglio comunale di Torino riguardo il no all’opera, che riguarda comunque il gpacchetto sicurezzaoverno. Governo che sempre tentenna e che, sulla questione, lascia trapelare che l’unico suo interesse, al pari di tutti gli

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altri partiti, è non perdere la poca credibilità rimasta rimangiandosi la rivalutazione del Tav Torino-Lione.

Già, se non fosse per questo il dietrofront sarebbe assicurato come per Tap, Terzo valico, Trivelle nell’Adriatico e simili. La migliore delle ipotesi vede come prospettiva quella di una temporanea sospensione del tunnel di base per qualche anno. Passata l’acqua sotto i ponti, e con un altro governo che presto o tardi arriverà, starà a loro riprendere i lavori.

Ma altre ipotesi si fanno largo, cioè quella di lasciare intatto il progetto del tunnel di base e sospendere (non eliminare davvero), la stazione internazionale di Susa, il raddoppio della tratta nazionale e il tunnel sotto la collina morenica.

Mobilitazione nazionale

Tutto ciò porta a una presa di consapevolezza e nella proposta, a partire dai territori e dai movimenti, di costruire un percorso nazionale. Percorso contro il governo e le grandi opere ma si spera anche contro le il pacchetto sicurezza e i cosiddetti “migranti”. Per l’8 dicembre i vari movimenti che già si sono visti a Venezia e a Firenze si impegnano a costruire iniziative “a casa loro”. Ci saranno altri incontri, sia da noi a Venaus che altrove, per arrivare a una mobilitazione territoriale prima e poi, in primavera, ad una unitaria nazionale  a Roma.

A settimana prossima

 

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