Nella puntata della rubrica “La terra trama..” di giovedì 9 febbraio 2012, abbiamo iniziato ad affrontare la questione delle discariche di Roma (Malagrotta, Quadro Alto nel comune di Riano, Pizzo del Prete a Fiumicino e Corcolle-San Vittorino) e di Albano (Castelli romani), e abbiamo fatto un rapido excursus dei movimenti popolari, comitati, collettivi, etc. che già da diversi anni, con modalità, relazioni e background anche molto diversi tra loro, lottano contro queste nocività.
Quella di Malagrotta è la discarica storica di Roma: in funzione da 35 anni, viene chiamato l’Ottavo Colle dai romani, che hanno visto col passare del tempo salire ormai fino al 46esimo metro di altezza la montagna dei rifiuti da quella che prima era un’enorme buca. La discarica doveva chiudere nel 2007 ma la chiusura è stata prorogata di 6 mesi in 6 mesi, anche per smarcare le normative europee sulla quantità di tal quale (rifiuti indifferenziati) che puo’ andare a finire in discarica, che a Malagrotta è quasi 80% del totale; stiamo parlando di 4500 tonnellate di immondizia che si riversano qui ogni giorno da tutta Roma.
Il 18 gennaio di quest’anno è stato approvato da Renata Polverini, la governatrice del Lazio, un nuovo piano regionale per i rifiuti, subito ribattezzato piano tumori, dal momento che esso mantiene ancora il vecchio ciclo dei rifiuti, quindi si parla di ricorso a discariche, inceneritori e impianti di TMB (impianti che selezionano i rifiuti ricavandone CDR ossia combustibile da rifiuto da avviare agli inceneritori) . Sulla carta, però, si prevede che la quantità di rifiuti differenziati raggiunga nel 2012 il 65% del totale, che è un obiettivo ovviamente del tutto irrealistico se teniamo presente che il dato attuale su Roma si attesta al di sotto del 20% e considerando l’assoluta mancanza di pianificazione, di strutture e di mezzi, nonché di investimenti per raggiungere tale obiettivo. Per non parlare della volontà politica, che continua ad essere in difesa dei privilegi e degli interessi privati delle lobby delle discariche e degli inceneritori (per il Lazio, il monopolio quasi assoluto ce l’ha Manlio Cerroni, “il re della monnezza”), a discapito della salute delle persone, degli animali e dell’ambiente.
A quanto pare, quindi, Malagrotta chiuderà, e saranno aperte due discariche “provvisorie” per tre anni: una a Quadro Alto, nel comune di Riano (si tratta di una cava di tufo già esistente che si trova sopra la falda acquifera e distante da essa meno di 10 metri –di terreno di argilla, quindi materiale poroso-, per cui l’acqua deve essere continuamente drenata per impedire l’allagamento della cava stessa) e l’altra a San Vittorino-Corcolle, nell’VIII municipio di Roma (a 700 metri dal confine della Villa di Adriano, sulla necropoli arcaica della antica città di “Pedum”, a trecento metri dalle case della borgata Capannelle ed a mille dal Villaggio Adriano).
Nel frattempo sarà approntata la nuova discarica definitiva a Pizzo del Prete, a Fiumicino, dove ben presto si è costituito un comitato contro la discarica che non accetta il principio del NIMBY e si pone nell’ottica di un percorso “Rifiuti Zero” che preveda riduzione, riutilizzo e riciclo, perché:”La soluzione al disastro di Roma non è scavare altre buche. San Vittorino e Quadro Alto saranno probabilmente le discariche definitive, anche perché nel sito di Riano si farà un impianto di trattamento da 25 milioni di euro, che difficilmente verrà abbandonato. (…) Il comitato è a favore di una gestione moderna ed efficace dei rifiuti che contempli la raccolta differenziata porta a porta; il riuso e la riduzione dei materiali superflui e il trattamento a freddo degli scarti residui: tutte alternative che permettono un risparmio energetico e che rappresentano l’unica reale valorizzazione dei prodotti di scarto. Il comitato è invece contro ogni tipo di trattamento a caldo dei rifiuti, che sia termodistruzione, incenerimento, gassificazione o pirolizzazione. Questo perché ogni vetusta tecnologia a caldo oltre ad aumentare in ogni caso la concentrazione di gas serra in atmosfera, emette sostanze inquinanti e nano-polveri, continua a promuovere un sistema di sviluppo e di produzione nel quale lo spreco dei materiali ed il non-riutilizzo è favorito nell’interesse solo di chi trae profitto dalla produzione e dallo smaltimento.”
Abbiamo sentito poi un compagno del Coordinamento No INC di Albano, che ci ha parlato della storia del loro coordinamento, del blocco dell’inceneritore che si voleva realizzare in quell’area, di come si stia mostruosamente ingrandendo la discarica di Roncigliano, attiva ormai da vent’anni, e delle loro ultime iniziative contro la discarica.
Presto riusciremo a caricare i podcast delle trasmissioni precedenti e potrete così ascoltare, tra le altre cose, questa interessante corrispondenza. Intanto, vi rimandiamo, come sempre, per approfondimento ai siti presenti a piè di pagina (sono, necessariamente, solo una parte dei siti dei comitati contro le discariche del Lazio) e ad una inchiesta di “Presa diretta”: per una volta anche il medium mainstream fa le cose per bene..
A giovedì prossimo!
– http://www.noinceneritorealbano.it/ – http://nuke.sosdiscaricariano.it/ – http://www.coordinamentorifiutizeroperillazio.it/ – http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-4370e43c-2c86-4df0-8297-fd98cc016920.html