manifestazione di interesse

Tav sì o no?

Lo faranno? Appunti sulle mosse del governo.

Settimane di notizie sui giornali e dichiarazioni contraddittorie non aiutano a chiarire quale sia l’effettiva portata delle decisioni del governo. Ma nel dubbio, tutto va avanti, anche se più lentamente

Carte e cartacce: la manifestazione di interesse

A livello tecnico, l’iter è stato rallentato, ma ha continuato il suo corso. Le speranze nel governo 5 stelle si sono rivelate mal riposte. Ma come spesso in politica, per non perdere la poltrona cercano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte…. che però continua a rotolare.

Così è da leggersi la manifestazione di interesse per il tunnel di base. Ribadiamo che neanche un metro di tunnel di base è stato scavato, ma tutto è pronto perché si inizi. L’iter procedurale è quello classico degli appalti pubblici. Vero è che la manifestazione di interesse prevede la possibilità di non dar luogo a procedere all’opera senza penali, ma servono condizioni politiche che se non ci sono ora, difficilmente ci saranno fra sei mesi. In più, ciò che ora poteva essere bloccato dal ministero, sembrerebbe che poi dovrà essere votato dal parlamento (dove non c’è e non ci sarò una maggioranza no tav), e convalidato anche dal governo francese

Francia

In Francia, come sempre, non sembrano interessati a buttar via tutti questi soldi. Ma se il governo italiano mette i soldi, nessuno dirà di no, a cominciare dalle forze politiche ed economiche locali.

Fatto sta che non parlano di mettere soldi per il tunnel di base fino al 2038. Per accontentare le regioni interessate, e per togliere un argomento a Conte, parlano di “riequilibrare la spesa” a carico dei due Stati finanziando alcune opere di potenziamento e collegamento locale alla ipotetica futura rete.

In definitiva, alcune potesi

Tra continue novità e armeggiamenti, è difficile dare un quadro certo dell’evoluzione di una la situazione che  scontenta un po’ tutti. Ma ciò che è sicuro è che così, tenendo tutto “nella bagna”, ne hanno buon gioco tutti i partiti politici, compresi i 5 stelle. Lasciare l’illusione che si può ancora fermare quando tutti hanno capito che sarà sempre più improbabile, serve solo all’ex-movimento 5 stelle a non perdere ogni credibilità. Ma anche non fosse stato così, nella migliore delle ipotesi avrebbero potuto ottenere un congelamento provvisorio che sarebbe poi finito con il governo successivo…. ma non sono riusciti a ottenere neanche questo!

Fermare l’opera con un decreto di governo avrebbe dovuto essere la conseguenza dell’azione del movimento, un modo per formalizzare uno stato di fatto: essersi affidati a questi o quei rappresentanti ancora una volta è stata una pia illusione.

A questo punto

Al di là della vicenda Tav, quello che possiamo trarre dalla situazione attuale è che bisogna mollare definitivamente gli ormeggi. Se ormai è chiaro che è inutile porre speranze in una soluzione parlamentare, è ancor più urgente riprendere la strada persa. Tornare sulle barricate consapevoli che, proprio grazie ai “non amici” cinque stelle, farlo sarà più gravoso di prima, grazie al pacchetto sicurezza che hanno maggioritariamente votato loro, che la polizia ha più strumenti, che la rabbia sociale verso l’ingiustizia è stata orientata verso i più deboli invece che sui più forti. Bisogna un po’ svegliarsi, visto la piena fiducia data dai 5 Stelle a Salvini e alla politica dei respingimenti,  alla politica sul clima e sulla devastazione ambientale, alle autorizzazioni a trivellamenti e altre opere piccole e grandi., e tante altre cose.

Il movimento no tav, voce autorevole verso tante altre lotte sociali, è ora che si rimetta in ascolto. Con tante devastazioni approvate dal governo, sgomberi, arresti, militarizzazione, chiusura di frontiere, non si può più pensare che “le battaglie si vincono una alla volta”.

Sabato 23 sarà il momento di ripartire, con la marcia per il clima e contro le grandi opere

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