Articolo sulla seconda assemblea nazionale dei comitati contro le nocività

“La terra trama..” segnala:

http://www.umanitanova.org/n-32-anno-92/capitalismo-nuoce-gravemente-alla-salute

Capitalismo: nuoce gravemente alla salute

*A Roma la seconda assemblea nazionale dei comitati contro le nocività*

Il 13 Ottobre si è svolta a Roma, la seconda assemblea nazionale dei comitati contro le nocività all’ex cinema Volturno. All’incontro hanno partecipato i compagni provenienti da diverse località, tutti uniti dall’impegno contro la devastazione ambientale ad opera delle medesime lobby e della stessa classe politica corrotta e asservita al capitale. Dalle relazioni delle diverse realtà in lotta, è parso evidente che ci troviamo di fronte ad un momento di riassetto del sistema di distribuzione e smaltimento dei rifiuti, che sta rimodulando il processo di appropriazione delle risorse naturali, da un modello a grandi impianti industriali, ad una rete di piccoli impianti che riescono più facilmente ad essere realizzati, avendo procedure amministrative semplificate, sia per quanto concerne la realizzazione, che per l’accesso agli incentivi. L’impianto normativo causa (o effetto) di questa “inversione di tendenza” è contenuto nei due decreti ministeriali recentemente emanati dal ministero per lo sviluppo e dell’ambiente: il decreto ambiente ed il decreto crescita (nonché dalle modifiche al decreto 152/2006 con cui si liberalizzano le trivellazioni). Grazie a queste direttive gran parte di quelli che oggi si chiamano rifiuti, e gli incentivi annessi, diventano combustibili solidi secondari (CSS). È lo stesso Clini a dichiarare che “i CSS usciranno dalla gestione dei rifiuti per stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento”. Quello che nelle parole di Clini “è il primo decreto strutturale di questo Governo per la semplificazione nella gestione dei rifiuti”, è semplicemente l’apertura definitiva e legalizzata dei cancelli degli altiforni industriali e delle centrali sorte allo scopo di “termovalorizzare” altri materiali. Tutto questo offre un supporto normativo al recente storno di finanziamenti che negli scorsi anni erano dedicati al fotovoltaico, verso impianti a combustione di rifiuti e di biomasse, con maggiori contributi verdognoli al kilowattora per gli impianti sotto il megawatt, ridefinendo inoltre le multiutility per accorparle e renderle più appetibili nella prevista privatizzazione. Come se non bastasse Clini continua dicendo: “facciamo perciò il decreto sui Css e andiamo ad accordi di programma impegnativi sia per le Regioni che per le imprese, nella convinzione che se mettiamo in moto questo processo ne risolviamo altri”, evidenziando da un lato il decentramento della responsabilità politica sui piccoli enti, “costretti” ad attuare normative emanate da enti superiori, dall’altro l’ulteriore accentramento rispetto alla possibilità di dare le direttive per sfoltire il “ginepraio” delle normative regionali, che avevano facoltà di legiferare in termini restrittivi su molte delle norme di gestione dei rifiuti e sui piani energetici. Questo naturalmente al di la della retorica del risparmio energetico e delle riduzioni delle bollette per tutte e tutti noi, serve soltanto ad offrire all’imprenditoria un uniforme territorio di conquista. In questa direzione si è arrivati perfino a proporre la riforma del titolo V della costituzione, ben propagandato come soluzione degli sprechi delle regioni in un periodo in cui lo scandalo Fiorito è assurto all’onore delle cronache. Questa riforma prevede, tra le altre cose, lo spostamento delle competenze sulla produzione dell’energia dalle regioni allo stato centrale. L’attacco ai territori è quindi legato a decisioni strategiche legate al piano energetico nazionale. Se questo favorisce le imprese, rende sempre più difficile la costruzione di grandi movimenti di opposizione sociale, favorendone la frammentazione e la possibilità di gestione repressiva da parte dello stato. Per questo creare un coordinamento tra tutte le vertenze che fortunatamente continuano a nascere sul tutto il territorio, segno che una coscienza civile rispetto a tematiche ambientali sta crescendo in Italia, è quantomai necessario di fronte ad un nemico sempre più compatto e organizzato. Partendo da questa esigenza riteniamo importante esperienze come quelle delle assemblee di Roma per costruire mobilitazioni unitarie mantenendo al centro e dando maggiore forza ai movimenti territoriali, veri laboratori in cui sviluppare pratiche autogestionarie che vadano oltre la lotta. All’interno dell’assemblea si è ribadita la necessità di allargare la partecipazione ai vari comitati di resistenza popolare, attraverso la produzione di dossier comuni su incenerimento, discarica e impianti a biomasse rilanciando l’azione di informazione su tutto il territorio. È statto condivisa l’assoluta urgenza di avviare rapporti di comunicazione e scambio con tutti i movimenti contro la cementificazione e le grandi opere, nonché con i movimenti studenteschi, per portare all’interno delle università il dibattito sull’asservimento di scienza ed enti di ricerca agli interessi di industriali. Il prossimo appuntamento per decidere insieme come continuare l’importante lavoro intrapreso sarà Sabato 1 Dicembre — Teatro Volturno a Roma- per il prossimo incontro dei comitati, all’inteno del quale si definirà la prima giornata di mobilitazione nazionale, un momento in cui dare vita in modo coordinato azioni sui singoli territori, prevista per il mese di Gennaio. Siamo convinti che l’unica possibile risposta agli attacchi ripetuti e intensi che riceviamo quotidianamente, sia ripartire dalle assemblee territoriali, che mantenendo alto il livello di conflitto devono riuscire a costruire, attraverso pratiche assembleari, ambiti di discussione in cui far nascere progetti in grado di rappresentare una valida alternativa a quello che i governi vogliono presentarci come l’unica strada possibile. Questo stiamo facendo insieme ad altre realtà del nostro territorio come i compagni del comune di Toffia che hanno imposto al proprio comune di avviare il loro progetto di raccolta differenziata, i comitati contro la centrale con i quali abbiamo fatto attuare regolamenti comunali volti a tutelare la salute dei cittadini, e con i quali stiamo avviando percorsi alternativi di produzione e distribuzione di beni e servizi, perche la lotta contro contro le nocività diventi il volano per avviare percorsi di trasformazione sociale.

Gruppo Popolo 33 — Popolo33@inventati.org Gruppo Emma Goldman — fairietisabina@autistici.org

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