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Solidarietà con il popolo degli ulivi

I loro volti sono quelli della verità, una verità calpestata, bruciata tra le fiamme dell’omertà, della complicità. Cittadini come tanti, madri, padri, studenti, contadini, professionisti ed anche bambini. Erano circa duecento i salentini che nel novembre del 2015 bloccarono il traffico ferroviario alla stazione di San Pietro Vernotico. Di questi, 46 sono stati identificati e denunciati dalla digos di Brindisi. L’accusa è di aver omesso di dare avviso dalle autorità competenti della manifestazione, cagionando un danno ai passeggeri e alle Ferrovie dello Stato, oltre che di interruzione di pubblico servizio.
La manifestazione in questione aveva la finalità di bloccare il Piano Silletti che prevedeva non solo l’estirpazione degli ulivi salentini perché ritenuti infetti da xylella (senza però alcun test di patogeni- cità effettuato sul batterio e soprattutto con la consapevolezza che l’estirpazione delle piante non eradica il batterio), ma anche l’irrorazione a tappeto da Leuca a Brindisi di fitofarmaci riconosciuti dannosi alla salute umana, i cui effetti sarebbero emersi soprattutto nelle generazioni future. Hanno tentato ogni via per evitare il disastro, hanno cercato di dialogare con le Istituzioni, hanno chiesto a gran voce di aprire la ricerca a 360° e di accreditare altri centri analisi ma ogni loro richiesta è rima- sta inascoltata. A dicembre la procura di Lecce bloccò quel folle piano indagando lo stesso commis- sario all’emergenza, il generale Silletti, e parte della scienza che ad oggi continua ad occuparsi del disseccamento rapido.
Questi cittadini il 6 novembre saranno processati per aver difeso la loro storia ed il loro futuro. Oggi hanno bisogno della solidarietà di tutti.
Siamo dunque al loro fianco nell’affermare l’alto valore sociale della loro azione, rivolta ad impedi- re uno scempio immensamente superiore al presunto danno arrecato dalla loro azione di protesta.

Per firmare l’appello: qui

qui trovate un approfondimento tecnico sul progetto TAP e gli interessi che vi stanno dietro
TAP

A Torino e in Valsusa la polizia alza ancora il tiro

Negli ultimi giorni si sono ripetuti episodi di violenza, vessazione, cariche e ostentazione di forza da parte delle forze di polizia. Numerosi i casi: la carica indiscriminata sulla folla fuori dai locali in Piazza Santa Giulia, con celere esultante che menava a destra e manca, il fermo di una compagna che si preoccupava di un migrante fermato per un controllo con successivo “trattamento” in questura “perché notav”, con seguito anche a Chiomonte, l’arresto di un altro migrante, sanguinante e a terra tra i banchi di porta palazzo, il foglio di via dato a un No Tav dalla città natale, senza motivazione alcuna se non esserne originario, la negazione della scarcerazione ai domiciliari di tre compagni arrestati senza motivazione, con rimpallo burocratico di competenze volte a negare ciò che spetterebbe loro. Un riassunto della situazione e alcune iniziative a venire tra cui una presenza solidale sotto al carcere delle Vallette questo sabato nel tardo pomeriggio

[audio:2017-06-22-2017-06-22-to-repr-genrale.mp3]
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legalizzati i captatori informatici

Dallo studio mobile in quel di Venaus gli Espertoni della settimana ci hanno spiegato che stamattina sono state approvate in parlamento delle modifiche al codica penale che includono la legalizzazione dei captatori informatici, dei Virus di Stato utilizzati per infettare e utilizzare da remoto cellulari, computer e apparecchi vari. Come saranno usati, da chi e in che caso? come al solito con ampia discrezionalità ed eccezioni, incluso terrorismo e associazione a delinquere, capi d’accusa comunemente usati contro noi tutti. Una nuova frontiera del controllo e della repressione, uno strumento in più di polizia e magistratura per costruire castelli in aria, inchieste e dispensare anni di carcere. Per discutere di questo e altro, vi invitiamo a raggiungere l’hackmeeting a Venaus, dove venerdì alle 16 si parlerà dei “virus di Stato”. Un piccolo approfondimento a caldo:

[audio:2017-06-15-captatori-informatici.mp3]
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Il programma dell’hackmeeting lo trovate qui

Sorveglianza speciale per un giovane no tav

E’ stata notificata dopo una attesa di qualche settimana la sorveglianza speciale a un giovane no tav di Bussoleno. La misura, sempre più comunemente usata, è modellata dalla pubblica accusa su misura del malcapitato e prevede varie prescrizioni, in questo caso il rientro notturno, la tempestiva segnalazione dei propri spostamenti all’autorità competente, il divieto di frequentare assembramenti e luoghi pubblici, la frequentazione di pregiudicati e trenta giorni di tempo per trovare lavoro.
Ricordiamo che la Sorveglianza non viene data per la commissione di un qualsivoglia reato ma perché l’autorità rileva nella persona in questione un profilo di pericolosità a prescindere, che va “contenuto”. Per approfondire la questione ascolta il contributo e clicca sulla tag “sorveglianza speciale” per conoscere gli altri casi

[audio:2017-05-25-sorveglianza-gnt.mp3]
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Lettera ai No tav da Maurizio Alfieri, detenuto in lotta

Riceviamo un messaggio da Maurizio Alfieri, detenuto in lotta rimasto per due anni con la censura della posta che gli ha impedito ogni contatto con chi gli era vicino. “quando ero nel carcere milanese di Opera ho preso 15 giorni di isolamento per sventolare il foulard no tav, in solidarietà a voi che manifestavate”. Questo è quello che ci racconta ora che è stato trasferito e, per il momento, può comunicare con l’esterno.

qui la lettura del suo messaggio:

[audio:2017-05-25-maurizio-alfieri.mp3]
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trucchi, torture e sputacchi

Ancora una volta, sotto l’ombrello di leggi ben spendibili per la propaganda, passano articoli di ogni tipo. Questa volta, tra le righe dei decreti in favore delle zone terremotate, lo stanziamento di fondi per il Tav. Non è la prima volta: sotto il decreto cosiddetto “femminicidio” passarono norme restrittive a misura di No tav, il reato di stalking fu subito usato nei nostri confronti, e così potrebbe essere per il reato di tortura, non inquadrato verso funzionari di Stato e militari, ma imputabile a chiunque. Nel frattempo, nuova introduzione in materia penale, il prelievo coatto di DNA in entrata e in uscita dal carcere. Per facilitarne il prelievo, alcune proposte:

[audio:2017-05-18_femminicidio_stalkin_tortura.mp3]
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sorveglianza speciale, buone notizie da roma

La sorveglianza speciale é un sistema di controllo antico sempre più richiesto dalle questure di tutta Italia. Indipendente da qualsivoglia reato, si basa sulla persona, sulle sue idee e le sue pratiche. Ne parliamo con un compagno di Roma, dopo che la richiesta di applicazione di sorveglianza che lo riguardava è stata respinta in tribunale.

[audio:2017-02-02-sorveglianza-speciale-roma.mp3]
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Testo della dichiarazione in aula:

“Nel corso degli ultimi anni un numero crescente di donne e uomini attivi nelle lotte sociali è stato proposto per la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
Le questure vorrebbero utilizzarla per isolare alcune persone, disperdere alcuni gruppi, fermare alcune lotte.
Si tratta di un vetusto arnese repressivo, che è stato ripescato dagli armadi del regime fascista e che getta un’ombra cupa sul nostro futuro.
Chi tenta di legittimarlo nuovamente, come strumento di oppressione politica, mette a rischio la libertà di tutti e tutte.
Respingere questo tentativo è giusto.
Impedire che l’eccezione diventi norma è possibile.

Sono in quest’aula a testa alta.
La mia è una precisa scelta di vita, come dicono le carte della questura, affinata in venti anni di lotte.
Mi sento in pace con la mia coscienza e fiero della mia scelta.
Respingo con sdegno le accuse di prevaricare la libertà altrui, lucrare sulle attività politiche, utilizzare la violenza per elevare il mio rango.
Chi ha scritto quelle parole mi offende, perché mi raffigura ad immagine di quella parte di società che rifiuto.
Sono solo di fronte alla corte, non di fronte alla vita.
Sono uno dei tanti che l’ingiustizia, lo sfruttamento, l’oppressione li vive sulla pelle.
Sono uno dei tanti che non si sottomette e prova a cambiare questo mondo.
Uno di quelli che non fa finta di niente e non si gira dall’altra parte.
A tutti questi, e a me stesso, farei un torto se non continuassi a dare il mio contributo.

Roma, 30 gennaio 2017

Pier”

dichiarazione pier