E’ nato in questi giorni il secondo vitello nella fattoria di S. Jean du Tertre, ed è stato chiamato No Tav dai contadini che, nonostante l’esproprio sia già stato fatto, continuano a resistere sul posto.
Aspettando le elezioni, dopo le quali riprenderanno i tentativi di sgombero dei contadini e degli abitanti che popolano la Zona da Difendere, zadisti, paysans e comitati locali continuano a costruire la vita futura su questi terreni, con l’aiuto dei gruppi di solidarietà di tutta Francia. No all’aeroporto!
A seguire un messaggio dalla zad alla Valsusa che ci aggiorna sulla situazione attuale in attesa delle elezioni:
Veniamo da una fase, quella di quest’autunno, che abbiamo chiamato “scongiurare la minaccia”, perché è stata una vittoria, ma senza battaglia sul campo: non sono venuti a sgomberare la Zad. Non sono venuti perché hanno visto la forza che c’era e c’è qui. Prima la grande manifestazione dell’8 Ottobre a cui ha partecipato una vostra delegazione, dopo, visto che il primo ministro diceva ogni settimana che voleva sgomberare la Zad, tutta la gente del movimento che era perennemente mobilitata. I contadini della regione hanno portato con i trattori il materiale per le barricate, ad ogni incrocio c’erano rotoballe di paglia, pali della corrente, ecc. C’erano anche tutti i comitati di sostegno che si organizzavano per bloccare tutta la regione: strade, ponti, la città di Nantes, e per venire qui in caso di sgombero. Ogni comitato aveva “adottato” un incrocio della Zad da tenere fronte alla polizia.
Anche gli abitanti e la gente intorno alla Zad sono stati all’erta tutta la notte da ottobre fino alla fine di novembre. Anche i giovani delle “notti in piedi” che si erano battuti contro la legge sul lavoro erano pronti a fare casino nelle città. Durante questo periodo, abbiamo visto la vastità del movimento contro l’aeroporto: dai medici che si sono organizzati per curare i feriti in caso di sgombero ai sindacati (dell’impresa costruttrice e di quella che gestisce il vecchio aeroporto) che hanno dato il loro sostegno dicendo “non siamo mercenari, non andremo a costruire quest’opera”
Davanti a tutto ciò il governo non ha sgomberato, ma mai ha detto “rinunciamo a farlo”, e il primo ministro si è dimesso per presentarsi alle elezioni. Dunque quest’inverno sapevamo di poter stare tranquilli fino a giugno. Allora abbiamo fatto come al solito: abbiamo fatto guardando al futuro.
Abbiamo costruito un grande faro alto venti metri (beh, siamo a un passo dall’Atlantico..), con una biblioteca e punto di accoglienza. Poi, quest’estate, ci sarà il campeggio con la costruzione della capanna internazionale, che verrà costruita da una brigata di solidarietà internazionale di baschi per essere a disposizione di tutte le lotte (sarà anche vostra, speriamo sarete qui ad aiutarci!). Aspettiamo per questa estate il nuovo rischio di sgombero post-elettorale ed allora faremo una chiamata di sostegno generale.
A presto!
Contro l’aeroporto, il tav e il loro mondo!