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tecnotavtour

TecNoTavTour: le prossime quattro date

Nelle prossime settimane sono previsti quattro incontri tecnotavtour per approfondire l’impatto della variante di progetto sul territorio:

30 Novembre TecNoTavTour a Mompantero, promuove il Comitato Susa-Mompantero
5 Dicembre Villardora, promuovono Laboratorio Civico e Comitato Valmessa
12 Dicembre Bardonecchia, promuove Pro Natura alta valle
19 Dicembre Gravere, promuove la minoranza consigliare.

Puoi poi ascoltare Elena che presenta le date e descrive il lavoro svolto

[audio:2017-11-22-tecnotavtour-date.mp3]

Per approfondire guarda anche qui: variante di progetto
E per rimanere sempre aggiornato dai un’occhiata alla pagina facebook del gruppo dei Tecnici NO Tav

nitel control room no tav

“sicurezza” in cantiere: studi civili al servizio dei militari. Cos’è il Nitel?

Come abbiamo più volte ricordato, dove e come si devono fare i cantieri per la Torino Lyon non lo decidono gli ingegneri. É nelle stanze dei ministeri che si fanno queste scelte.

Ma non quello delle Infrastrutture: in quello dell’Interno. La gestione militare è quella che primeggia. Ne abbiamo ulteriore conferma in un documento stilato dal Nitel, il consorzio nazionale interuniversitario di studi per logistica e trasporti, che conferma anche la connessione che c’è tra il lavoro delle università e quello militare. Nel documento si studia come difendere un cantiere dall’opposizione popolare che lo avversa. E’ la polizia a richiedere di analizzare le ipotesi di variante in base alle proprie esigenze.

cosa dice lo studio interuniversitario del Nitel

Lo studio è datato 2016, e prende in esame diverse ipotesi di scavo del tunnel di base: scavo da Susa e scavo da Chiomonte con lavorazione del materiale a Susa, a Chiomonte e a Salbertrand. Consigliato è quest’ultimo, esattamente come poi è stato richiesto in variante di progetto. Vediamo perché.

sensibilità e impatto

Innanzitutto lo studio differenzia tra sensibilità e impatto. La sensibilità misura quanto un sito possa essere oggetto di azioni dolose per parte degli oppositori. L’impatto misura le potenziali conseguenze di tali azioni, valutato su quattro aspetti: sulla popolazione, sulle maestranze, sulla continuità operativa e sulle perdite economiche.
L’opzione di scavo da Chiomonte con lavorazione e carico a Salbertrand è considerata la migliore rispetto a una serie di valutazioni di opportunità, con un vantaggio ipotizzato del 5% rispetto le altre. Attenzione però: non si tratta di vantaggio economico. I costi aggiuntivi sono comunque prelevati dai fondi Cipe e, quindi, da una diversa ripartizione dei soldi tra realizzazione dell’opera e le cosiddette “compensazioni”. Ovvero i costi aggiuntivi saranno tolti dai fondi compensativi.

I vantaggi, a detta loro, riguarderebbero un ambiente meno ostile rispetto la popolazione e un minor impatto dei cantieri sul territorio. Lo svantaggio però non è da poco, perché obbliga i devastatori a installare più cantieri contemporanei, oltre a quelli comunque inevitabili della bassa valle. Questo fattore, direttamente legato al controllo e alla difesa dei siti, è quello maggiormente considerato. Comunque, si parla di non prima del 2019 come termine dell’allestimento del cantiere di scavo da Chiomonte e di tre anni dopo l’apertura a San Giuliano di Susa.

Susa o Chiomonte?

Riunire i cantieri a Susa come previsto inizialmente dal progetto definitivo -e quindi doverne difendere uno solo- per loro sarebbe l’opzione migliore (+8%), non fosse per la necessità di un nastro trasportatore fino alla zona di Traduerivi-Coldimosso considerato molto vulnerabile e appetibile dal Movimento come possibile oggetto di sabotaggi. Ricordiamo che fu per bocca di Gemma Amprino, sindaca di Susa, che venne chiesto al Cipe di valutare altra collocazione per il cantiere di base, cosa che venne recepita con la delibera 235. La variante di progetto è la risposta a questa richiesta ma ricordiamo: non è ancora stata approvata, quindi gli scenari possono ancora cambiare. Nello studio del Nitel vi erano originariamente 12 ipotesi, ma ne sono state pubblicate solo 4.

La trappola della Clarea

Riguardo l’apertura a Susa, che verrebbe così posticipata a tre anni dopo l’inizio dello scavo, Nitel parla chiaro: il movimento sembra passare una fase di minore forza, e andarlo a sobillare con un cantiere sotto il naso non è il caso. Meglio cercare una soluzione stile Clarea, appartata e difendibile, lontana dagli occhi dei più. Lì si può continuare a tenere in scacco il Movimento controllando la sua azione, sia militarmente che mediaticamente. Non manca, ovviamente, la distinzione tra il movimento popolare ben radicato nella popolazione e le frange che utilizzerebbero il movimento a propri fini, anche distanti dalle rivendicazioni del movimento stesso.
Riguardo Salbertrand invece, si dichiara che è l’amministrazione a proporsi volontariamente quale candidata ad accogliere un cantiere per la lavorazione dei conci. Continua a leggere

Camminata NOTav rivalta

Incontro a Rivalta e iniziativa di Salbertrand

Due brevi resoconti sulle due ultime iniziative di movimento

Martedì 14 a Rivalta si è svolto un incontro promosso dall’opposizione con la commissione trasporti del comune. Presenti anche i tecnici dell’Unione Montana a perorare la causa No Tav. Dall’altra, viste forse le magre figure collezionate dalle altre  amministrazioni, presente Foietta con uno show pubblicitario sull’opera e sulle opere compensative, come la linea metropolitana 5.

A seguire, altre considerazioni riguardo i progetti nell’area di Salbertrand, dove si è svolta domenica un’iniziativa del Movimento. L’area, molto più accessibile del cantiere Clarea, porrà loro il problema della difesa militare del cantiere, che sarà il cantiere centrale dell’opera per il futuro.

[audio:2017-11-15-rivalta-foietta-salbertrand.mp3]

scarica Oulx e Meana

frontiera migranti al colle della scala

Verso una rete di solidarietà a cavallo della frontiera

Da mesi ormai la frontiera nei dintorni di Bardonecchia è tornata ad essere un punto di passaggio sensibile per chi vuole recarsi in Francia.

Dopo la chiusura ermetica delle montagne della Roia intorno a Ventimiglia, sono sempre più le persone che scelgono la Val Susa, attraverso il Colle della Scala, come percorso per tentare la fortuna oltralpe. I passi non agevoli e il “generale inverno” non facilitano il passaggio. Aumentano continuamente i casi di infortunio o grave rischio nella traversata. Le forze di polizia e i militari francesi, in collaborazione con quelli italiani, respingono decine di ragazzi al giorno, riportandoli al punto di partenza. Finora, visto che a Ventimiglia le persone trovate a varcare la frontiera vengono portate molto lontano, al sud. Oppure sono inserite nel percorso dell’espulsione, nei carceri amministrativi per migranti. Anche al Brennero si pone la questione, con casi di congelamento o di morte, travolti dai treni merci.

Quella che potrebbe essere una semplice passeggiata, o un tragitto via treno, diventa un rischio pari a quello dell’attraversamento del mare o del deserto.

Tutto perché qualcuno ha deciso di tracciare una frontiera invisibile su una cartina geografica. Perché sulle migrazioni si fanno i giochi elettorali, perché sulle terre d’oltre mare, come in Libia, i governi occidentali continuano a guerreggiare per spartirsi il petrolio. La contropartita allo sfruttamento dei giacimenti è il finanziamento delle fazioni con le quali i nostri governi fanno affari, chiamandoli “governi legittimi”. Tutto questo torna a noi, in piccole o grandi vicende che hanno la loro radici in dinamiche globali ed epocali, come lo sono i cosiddetti “flussi migratori.”

Senti cosa succede a Bardonecchia e in valle, dove si cerca di affrontare la questione e capire cosa fare:

[audio:2017-11-15-bardonecchia-migranti.mp3]

scarica qui
 

qui potete leggere di un caso precedente, non il solo, sul ritorno di polizia ed esercito sulla frontiera e sul pericolo che genera.

https://www.radionotav.info/2017/08/cadono-seguiti-polizia-colle-della-scala/

Zona rossa No Tap

Zona rossa No Tap, presidio inaccessibile

Zona rossa No Tap intorno al cantiere che impedisce l’accesso al presidio No Tap

Colpo di mano poliziesco intorno al cantiere Tap. Con l’istituzione di una zona rossa No Tap è impedito l’accesso alle zone circostanti i lavori, se non singolarmente e “disgiuntamente”. Il prefetto interviene a tutelare gli interessi di Snam, petrolieri e governo. Secondo l’ormai inveterato sistema di intervento, con ordinanza prefettizia viene impedita la libera circolazione per le strade di Melendugno. Gli otto punti di accesso all’area, già bloccati al tempo dei primi espianti, diventano check-point fissi a cui la cittadinanza viene sottoposta.

Ascolta la diretta da Melendugno

[audio:2017-11-15-no-tap-zona-rossa.mp3]

scarica qui

altri post sulla lotta no tap qui

podcast cava palli

podcast – trasmissione di giovedì 9 novembre

Due i temi principali del giorno: alcune riflessioni a margine degli incendi, e un resoconto del consiglio comunale aperto a Meana, sul ruolo della locale cava Palli nei futuri lavori per il Tav.
Incendi,inchieste e compensazioni

Per quanto riguarda gli incendi, in queste settimane post-emergenza i giornali hanno dato molto risalto alle indagini alla ricerca dei “colpevoli”. Non ultime associazioni come il wwf reclamano “pene esemplari”. Noi non crediamo che questa caccia al responsabile possa risolvere il problema. Come ha detto Luca Giunti nell’intervista che abbiamo pubblicato, il problema non è il piromane, non è solo l’accorpamento di forestale e carabinieri, né l privatizzazione del servizio di aerei canadair. Il problema è l’abbandono della montagna, la scelta politica e collettiva, a suo tempo, di scendere alle fabbriche, l’abitudine a frequentare i centri commerciali più che i sentieri. L’abbandono del territorio è un pacchetto completo, la sua salvaguardia pure, ed è un fatto che va insieme alle scelte quotidiane delle nostre vite. La salvaguardia non può essere delegata a nessun ente od agente, ma fa parte del tipo di vita umana che c’è sul e con il territorio.

Abbiamo conosciuto sulla nostra pelle come la giustizia possa essere complementare alla politica e spostare l’attenzione da un problema all’altro. Mentre si cercherà un colpevole, vero o presunto, da dare in pasto alla giustizia e ai giornali, nulla si farà, neanche a parole, per indagare ciò che rende possibile incendi di tali proporzioni.

Meana, Gravere e cava Palli: quali interessi e di chi?

A Meana c’è stata finalmente la possibilità per la popolazione di chiedere conto all’amministrazione del possibile uso di territorio comunale per il deposito di materiali della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. La minoranza ha ottenuto un consiglio comunale aperto sulla questione, molto partecipato dalla popolazione. Su ottocento abitanti,un centinaio erano quelle presenti, motivo per cui la sessione è stata spostata al centro polivalente, nonostante le forze dell’ordine suggerissero la partecipazione a una semplice delegazione. La presenza di agenti in divisa è ormai una costante in tutti i consigli comunali dell’alta valle.

In passato l’amministrazione comunale aveva deliberato contro la ricezione dello smarino. Alcuni degli attuali amministratori facevano parte della giunta: cosa è cambiato da allora?

Come sappiamo tutte le cave, nocive di per sé, diventano alla fine del ciclo estrattivo delle discariche. Poi le ditte falliscono e svaniscono, il danno resta e buonanotte al secchio. Sarà la costruzione di nuove infrastrutture a offrire nuove possibilità di ricevere soldi ministeriali per rifare il giochino un po’ più in là. Tale sembra essere il destino della Palli.

Durante il consiglio comunale, messa alle strette dalle domande incalzanti di popolazione e minoranza, la Sindaca ha interrotto la seduta togliendo la luce alla sala. Rimangono sempre molte domande in sospeso, o forse tutte.

Quale è la reale necessità del recupero di cava Palli?

Perché il presidente dell’unione montana Nurisso, nonché sindaco di Gravere, parla ai giornali a nome di Mea? Meana non è invitata a partecipare alla conferenza dei servizi. É vero che Meana ha dato delega a Nurisso di parlare oppure no? E, aggiungiamo, quando Nurisso parla come sindaco e quando come presidente dell’Unione, che invece si è espressa contro la variante di progetto?

Per quanto riguarda Gravere, e Nurisso sindaco, è chiaro che la sua figura mal si sovrappone a quella di Nurisso imprenditore, presente in cantiere con una ditta che faceva rilievi con i droni all’interno del cantiere. Difficile immaginare come il Nurisso possa rappresentare gli interessi comuni dei suoi cittadini e suoi interessi privati come imprenditore. Forse un giorno ce lo spiegherà.

ascolta il podcast

 

[audio:2017-11-09-registrazione-radionotav.mp3]

scarica <a href=”/podcast/2017-11-09-registrazione-radionotav.mp3″>qui </a>

 

cava palli podcast

cava palli podcast

incendi-valsusa

Incendi in Valsusa: il dolo, la siccità, le mancanze e la cura quotidiana del territorio

aggiornato con audio e intervista completa

Abbiamo sentito Luca Giunti in collaborazione con “Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna”, ponendogli alcune domande sul perché degli incendi che hanno devastato Valsusa e Piemonte.

Prima però, vogliamo dire due cose. Innanzitutto ringraziare tutti coloro che si sono adoperati durante l’emergenza, dimostrando quanto sia importante avere una fitta rete di rapporti tra coloro che vivono sul territorio. Nonostante le difficoltà, e anche il divieto a partecipare che “certuni” cercavano di porre (nulla ci stupisce, ma ce ne ricorderemo), le relazioni create durante tutti questi anni di lotta al Tav dimostrano quanto sia importante avere un rapporto forte col territorio e con le persone, sentire delle responsabilità comuni, partecipare ed agire, non lasciare in mano ad altri il destino delle nostre vite e di quanto ci sta intorno. Anche per tutto questo, grazie ancora.

Secondo, vogliamo dire che non ci interessano i vittimismi e i trionfalismi, le fanfare e la celebrazione di qualche eroismo (“che bravi, ce l’abbiamo fatta”), e neppure la ricerca dei colpevoli, come se si potesse stare tranquilli dando la responsabilità a questo o quel singolo. Ci sono responsabilità politiche, sociali e collettive di quello che è successo. Qui si confrontano modi diversi di intendere la vita non su questo territorio ma su questo pianeta. L’intervista che segue lo spiega bene.

scarica qui l’audio

[audio:2017-11-02-audio-Luca-Giunti.mp3]

e qui Nunatak48.estrattoIncendi l’intervista intera.

incendi valsusa

incendi valsusa

qui di seguito un riassunto

Cause vicine e cause lontane

La montagna, qui da noi, brucia d’inverno: l’inverno è più secco. Perché quest’anno brucia di più? Perché non piove da mesi. Perché ogni anno che passa piove meno. É il cambio climatico, dove anche l’uomo fa la sua bella parte.

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