un anno di lotta contro il terzo valico

Al telefono con noi Davide, impegnato nella lotta contro il terzo valico nella zona di Pontedecimo.
Abbiamo passato in rassegna l’ultimo anno di lotta, descrivendo la situazione cantieri sul lato ligure, dove tutte le opere accessorie sono state cantierizzate, e quella sul lato piemontese, dove non tutti i cantieri sono partiti, grazie anche all’opposizione e alle riconquiste di terreni espropriati da parte del movimento. A chiudere varie considerazioni sull’opposizione agli espropri, che coinvolgerà anche nuove aree in Valsusa, e le ultime notizie su processi a carico degli attivisti notav-terzovalico

[audio:2017-01-12-terzovalico.mp3]
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Sull’ aggravamento delle misure cautelari per luca

Ricordiamo che Luca è stato riportato nel carcere delle Vallette su segnalazione dei Carabinieri che affermano di non averlo trovato in casa per tre volte durante gli arresti domiciliari. Le segnalazioni risalgono a parecchio tempo fa però il ritorno in carcere è avvenuto pochi giorni prima della scarcerazione degli altri imputati.
Ieri sera si è svolto un presidio partecipato da un centinaio di persone sotto le mura del carcere torinese, per salutare lui, Stefano e Donato arrestati nei giorni scorsi per la solidarietà data durante l’ennesimo sfratto nella città e tutti gli altri detenuti.

vendicativa operazione di polizia contro Luca

E’ di stamattina la notizia dell’aggravamento della misura cautelare di arresto domiciliare per Luca, uno degli imputati per la manifestazione Exilles-Chiomonte del 28 giugno 2015. Dopo una segnalazione delle forze dell’ordine di fine novembre, il tribunale ha disposto l’arresto stamattina.

Per scrivergli:

Luca Germano

Casa Circondariale Lorusso e Cutugno

via M. Adelaide Aglietta 35 10151 Torino

 

accordo tav italia francia: fine delle illusioni istituzionali

Pochi giorni fa la ratifica parlamentare dell’accordo Italia-Francia sulla Nuova Linea Torino-Lyon. Se le possibilità di fermare l’opera per via istituzionale si allontanano definitivamente, si apre una nuova fase per il Movimento Notav che dovrà trovare la propria strada per opporsi al progetto contando solo sulle proprie forze.

[audio:2016-12-22-ratifica-trattato.mp3]
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in ogni caso nessun rimorso

Il 28 giugno 2015 si è svolta la manifestazione Exilles-Chiomonte a seguito dei fatti accaduti quella giornata son state indagate 23 persone con 9 arresti domiciliari, 11 obblighi di firma e 2 arresti in carcere. Purtroppo mentre alcuni hanno deciso di non sottostare alle misure cautelari rivendicando la giustezza delle proprie azioni, all’udienza preliminare 2 degli indagati hanno scelto la via del patteggiamento della pena proponendo addirittura di scontare 60 ore di lavori socialmente utili presso il tribunale di Modena.
A seguire l’audio e la lettera che uno degli imputati ha scritto a riguardo di questa vicenda.

[audio:2016-12-22-in-ogni-caso-nessun-rimorso.mp3]
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“Il 16 dicembre c’è stata l’udienza preliminare del processo a carico dei 23 imputati per la manifestazione del 28 giugno 2015.
Quel giorno 2 imputati hanno scelto la via del patteggiamento senza consultare nessuno.
La strategia difensiva può anche essere personale ma almeno si dovrebbe avvertire anche gli altri imputati visto che il patteggiare la pena significa accettare la responsabilità di fatti accaduti e potrebbe avere ricadute negative sullo svolgimento del processo.
Abbiamo sempre detto che non si sarebbe lasciato indietro nessuno e quindi non si può affrontare un processo pensando solo di “salvarsi la pelle”.
In più non si può patteggiare la pena a 1 anno e 8 mesi e a 2 anni e 4 mesi per dei fatti irrilevanti accaduti in quella giornata perché si rischia un pericoloso precedente per i restanti imputati.
Se crediamo nelle ragioni del nostro NO dovremmo essere un po’ più decisi nel sostenerlo anche in tribunale.
Farei a meno di trovarmi in situazioni in cui devo avere più paura di chi ho vicino che di chi ho davanti.
Personalmente non sono contento di avere coimputati di questo tipo.
Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni per camminare a testa alta.
Giuliano”

Dalla Valle alle città: trasformazione del territorio e riqualificazione urbana

L’estrazione di valore dal territorio, non solo quello naturale ma anche quello antropizzato, è sempre stata una delle facce dello sfruttamento, come quello sugli uomini o sugli animali. Laddove la produzione agricola è centrale, il valore della terra è determinato dalla produttività, e ovviamente dal suo possesso esclusivo, concentrato in poche mani. Il valore si moltiplica dove la terra diventa oggetto di estrazione petrolifera e mineraria. Stessa cosa dove sono previste grandi infrastrutture oppure nelle città, dove il valore di un terreno, o di un edificio su di esso costruito è dato dall’uso a cui è destinato.
Un terreno o una casa che oggi non valgono niente domani saranno una miniera d’oro riprogrammando la funzione che quel luogo deve avere nei meccanismi del commercio globale.
Mentre molte località diventano periferiche, altre diventano centrali se investite dal flusso di merci che si accompagna a una grande infrastruttura. Così nelle città, dove un quartiere “povero” può trasformarsi se al suo interno viene costruito un polo direttivo, o altro cavallo di Troia della cosiddetta “riqualificazione”. Improvvisamente i palazzi popolari, grazie alla vicinanza di edifici di lusso, attirano le attenzioni di speculatori grossi e piccoli che alzano i prezzi e cercano di ripulire il quartiere per attrarre inquilini più danarosi. E i “poveri” dove andranno? Altrove, non importa, a meno che non si oppongano a questa dinamica: in quel momento, come i loro omologhi “di valle” diventeranno un problema di cui si occuperanno polizia e tribunali, tutori dell’ordine costituito secondo cui chi ha, ha diritto di avere, e chi non ha può solo accettare lo stato di cose presenti.
Dalla Valle alla città un doppio filo lega la trasformazione del territorio: da una parte espropri, sfratti e sgomberi, dall’altra un patto di ferro tra giudici e procuratori, a garanzia di una ristretta classe di privilegiati.
Ascolta l’audio:

[audio:2016.12.08-valle-to-riqualificazione-tribunale.mp3]
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iniziative per l’8 dicembre a San Didero, ramats, giaglione e venaus

L’8 dicembre, data della “liberazione di Venaus”, saremo a San Didero dove sono previsti i futuri espropri per lo spostamento dell’autoporto che si trova oggi a Susa.
Alle 13 ci troveremo per una polentata conviviale
Alle 16 faremo una passeggiata per conoscere i terreni interessati dal progetto
Alle 18 accenderemo un grande falò

In serata, dalle 20, sono previsti altri due falò, uno al Piano delle Rovine (Giaglione) e uno alle Ramats (chiomonte), a cui seguirà una passeggiata notturna verso le reti del cantiere della Clarea.

Ai nostri microfoni Loredana Bellone, sindaco di San Didero che invita alla partecipazione e alla resistenza.

[audio:2016-12-01-loredana-bellone-falò-sandidero.mp3]
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Noi da qui non ce ne andiamo #2: altre violazioni di misure cautelari

Martedì 29 Novembre la procura di Torino ha predisposto 4 nuovi arresti e 9 divieti di dimora dalla città per dei picchetti antisfratto. Il tribunale della città, lo stesso a cui è sottoposta la Val di Susa, prosegue sulla strada che conosciamo bene del perseguire la presenza -a una manifestazione, a un picchetto- al di là di fatti specifici, cioè insiste nel dire che la semplice presenza sul posto, impedendo l’operato delle forze di polizia, di ditte o di un ufficiale giudiziario presuppone un reato, con buona pace di chi credeva che ci potesse essere una repressione morbida e democratica, paternalistica. I tempi che viviamo lo smentiscono decisamente: la procura come sempre sta dalla parte di chi ha troppo, e non di chi ha troppo poco.

Qui il contributo di uno degli imputati colpiti da divieto di dimora, che è stato rimandato al mittente:

[audio:2016-12-01-op.-repressiva-lotta-sfratti.mp3]
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aggiornamento di oggi sabato 3 dicembre: Daniele ai domiciliari, per Stefano e Silvia serve un’integrazione, per Silvia si presenterà lunedì, per Stefano è stata presentata ma non si sa se fa in tempo a uscire oggi. A Antonio hanno rigettato la richiesta per non idoneità della casa in cui avrebbe dovuto andare ai domiciliari