Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio va in carcere

Nicoletta Dosio non ha chiesto misure alternative, ieri i carabinieri l’hanno prelevata da casa e trasferita in carcere

Arresto a passo lento per Nicoletta Dosio, 73 anni, militante storica di Bussoleno, scortata da decine di notav. Diverse ore per percorrere poche centinaia di metri, perché tutti potessero salutarla.

La vicenda

Nel marzo 2013, dopo la caduta dal traliccio procurata a Luca Abbà durante l’allargamento del cantiere di Chiomonte, Nicoletta partecipa come molti altri a una iniziativa al casello di Avigliana: Oggi paga Monti.

Si trattava di un “pedaggio libero”, che indicava Sitaf come una delle maggiori responsabili delle opere di cantiere, e le impediva, per alcune ore, di riscuotere l’esoso pedaggio, allora di circa 5 euro. I caselli furono aperti perché il traffico fluisse liberamente: Sitaf non si è scordata di questo “ammanco contabile”, denunciando il fatto.

Sitaf

Sitav oggi è responsabile di questa e delle altre 11 carcerazioni, che pesano sulle spalle di molti che come Nicoletta Dosio devono scontare la pena.

Sitav oggi o domani permetterà l’allargamento del cantiere, grazie ai sui svincoli di servizio. Ne costruirà di nuovi, per rendere possibile la variante di cantiere, a Chiomonte come a Salbertrand.

Prenderà altri soldi per questo lavoro, e altri ancora per la circolazione dei camion. Tutti denari pubblici, che Sitaf riversa nelle casse private delle sue sottoposte, che eseguono lavori e manutenzione.

Sitaf pesa nell’indicare i sindaci di Susa e non solo, con una specie di clientelismo diffuso sul territorio attraverso i numerosissimi dipendenti.

Intorno a Sitaf, fin dalla costruzione dell’autostrada, si è mosso e agglutinato il potere economico del cemento, del movimento terre, della messa a valore di aree e terreni. Terre che vengono scavate, mosse,  sepolte o abbandonate come le terre amiantifere di Salbertrand sul terreno in concessione a Itinera, dove Gavio fa da padrone esattamente come in Sitaf.

Tav o autostrade, sappiamo che cemento, scavi, movimento terra, costruzione e speculazione sono sempre legate.

E chi si batte contro di esse ha oggi un chiaro esempio di chi ha di fronte. I giudici condannano, il tribunale di sorveglianza manda in carcere, i carabinieri eseguono. Ma gli interessi da tutelare sono quelli dei costruttori, fonte di denaro che tiene in mano i destini del territorio.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *