Costi-Benefici e stato di polizia

costi-benefici
scuola Diaz… Torino
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Analisi costi-benefici: pronta la scappatoia sul retro

La costi-benefici non è poi così negativa, perchè non contempla molte cose. Ma soprattutto, come farà questo governo a bloccare l’opera, visto che i 5 stelle non hanno i numeri? E come faranno a salvare la faccia? Un’analisi di Mario Cavargna, Presidente di Pro Natura Piemonte

Sembrerebbe infatti che la scappatoia non sia nell’analisi costi-benefici, ma nel secondo dossier tecnico-giuridico. Un dossier che lascia molti dubbi e volutamente non affronta come dovrebbe la questione delle presunte penali. Penali che non sarebbero dovute, come previsto dai regolamenti sugli appalti, insieme ai finanziamenti europei che, se non utilizzati non vengono erogati, ma se sono stati spesi non vanno resi.

“I 5 stelle ci hanno già venduto”

Anche i più fiduciosi nel partito pentastellato si aspettano sorprese a questo punto. Di Maio mette le mani avanti, lasciando intendere che l’accordo con Salvini prevedeva lo stop alla tav… Ma c’è o non c’è uno scambio?

Il movimento no tav è contro al supertreno né qui né altrove, né ora né mai. Continuerà a battersi contro le grandi opere, tutte le grandi opere, anche quelle che il governo 5 stelle- Lega ha portato avanti. Continuerà la sua opposizione come sempre, con tutti i mezzi finora utilizzati, dalle barricate di carta a quelle vere, dalla resistenza passiva al sabotaggio.

Stato di polizia: tutti in riga!

E’ il questore a dare la stura: se la magistratura chiude un covo di delinquenti non bisogna solidarizzare. Peccato che di “delinquenza” noi siamo molto esperti, con centinaia di processi e di condanne. Quello che Salvini, il questore e l’amministrazione cittadina (accodatasi subito al carro) non si aspettavano è che non si tocca un posto occupato da 25 anni e non si danno pagelle di buoni e cattivi senza pagare un prezzo. E questo prezzo è stato un corteo molto partecipato, anche dalla val Susa, oltre che da tutti i posti occupati e dalla popolazione di Torino.

Ma non basta: il sap chiede che Monica, nostra collaboratrice, e tra le altre cose consigliera di minoranza di Giaglione, si dimetta.

Poi il sindaco pro-tav Paini, chiede al prefetto di intervenire, perché lui purtroppo non può cacciarla…

Allora riassumiamo: il ministro dell’interno vuole sgomberare tutti i “centri sociali”, il questore chiede a tutti di dissociarsi dalla solidarietà agli sgomberati e arrestati, un capogruppo della Lega invoca la scuola Diaz, il Sindacato di Polizia Sap chiede le dimissioni di un consigliere comunale, la sindaca di Torino gioisce per lo sgombero operato dalle forze dell’ordine… se non fosse che nessuno si è spaventato e tutti hanno capito la posta in gioco, tirerebbe una brutta aria.

E’ tempo di resistenza, di nuovo, e sembra che l’affondo, che avrebbe voluto schiacciare del tutto “l’anomalia” torinese, abbia invece risvegliato gli animi.

Scuola Diaz, devastazione e saccheggio

Abbiamo in studio con noi una delle tante persone presenti quel 21 luglio 2001 nella scuola Diaz a Genova. Nessun vittimismo né nessun racconto macabro ma una battuta finale: se volete più scuola Diaz ricordate: è l’unico caso dal dopoguerra ad oggi, in ambito europeo, di condanna di responsabili in divisa e dell’intera catena di comando. Almeno da questo punto di vista non gli è andata così bene.

Ma questo non vuol dire che sia stata un’eccezione, o che non abbia funzionato. Anni ci sono voluti per tornare in piazza, per riprendere forza, e ancora ci portiamo dietro la “riscoperta” della devastazione e saccheggio, che ormai distribuiscono come noccioline.

Infine, facciamo un collegamento telefonico con una persona fermata da agenti in borghese domenica in zona Pellerina: faccia schiacciata contro il muro, spintoni a tradimento. E’ l’effeto stato di polizia, quando le forze armate si sentono protette in tutto e per tutto.

 

 

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