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Mediazione, resistenza o resa? La Zad e la strategia del governo

Sotto ricatto non c’è mediazione ma solo resistenza o resa

La nuova “mediazione” tra zad e prefettura si è conclusa oggi pomeriggio. Il governo ha chiarito cosa intende per mediazione: una resa incondizionata dell’esperienza ecologista, contadina, radicale, autonoma della zad e una suo rientro nei canoni dell’economia liberale.  Cosa vuol dire? Tutte le istanze del movimento contro l’aeroporto e della Zona da Difendere non entrano, come ovvio,  nel dibattito. L’unico soggetto riconosciuto dal governo è l’Azienda. L’Azienda e il Diritto, portato in punta di manganello dai Gendarmi. Strano concetto di dialogo, dove una parte è sotto minaccia militare costante e continua, e “non ha altra possibilità se non quella di accettare”  la proposta di governo. Interessante notare che a far la parte del “mediatore” sia un ministro ecologista “di sinistra”. E’ Nicolas Hulot, che ha aderito a pieno all’idea del capitalismo verde, dove ogni istanza ecologica va bene, purché redditizia e assorbibile dal capitale.

Conseguentemente, gli zadisti non solo riceveranno altri gas e granate (11 mila cartucce sparate in una settimana). Il governo assicura che settimana prossima riconsegnerà le terre alle associazioni di categoria perché possano sfruttare quelle terre secondo i dettami dell’agricoltura industriale convenzionale.

Lo stato promette di riportare l’ordine e lo stato di diritto, ovvero tutelare l’impresa, l’iniziativa di lucro, le corporazioni agricole intensive, il timore dell’autorità di stato e del suo braccio armato, la polizia.

L’appello della zad è a continuare la resistenza, raggiungere il posto, travalicare i confini del territorio e delle lotte, convergere contro Macron, l’aeroporto e il loro mondo. C’è posto per tutti e tutte, per contribuire in ogni modo.