riaperto il moncenisio…ma non per tutti

E’ di questi giorni la riapertura del passo del Moncenisio, liberata la strada dalle ultime nevi. Ma sorpresa: il trattato di Schengen è sospeso, c’è un controllo fisso della frontiera da parte delle forze dell’ordine e si passa solo mostrando il documento. Fatto non nuovo (pensiamo a Ventimiglia, al Brennero o ad altre frontiere europee), che ci riporta a vicende lontane, quando ad emigrare senza documento erano gli italiani. Promettendo di approfondire la questione delle frontiere prossimamente, leggiamo un documento storico del 1922, quando alcuni emigranti italiani trovarono la morte nel passare in Francia per le montagne, essendo stati respinti al Frejus.
Ringraziamo l’APE (Associazione Proletari Escursionisti, ape-milano.it) per aver rieditato in una antologia questi scritti

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voci dal corteo#5: stop al biocidio

“La Campania è stata negli anni un sito di sversamento di rifiuti industriali di un potere mafioso, industriale e politico con la collusione dello Stato. Abbiamo subito tanti lutti infantili in età pediatrica. Noi madri ci siamo unite insieme ad altre associazioni per capire cosa fare…” Con queste parole inizia la testimonianza che abbiamo raccolto durante il corteo del 6 maggio. La storia della lotta al Biocidio, una situazione ambientale incompatibile con la vita frutto del mondo di oggi, dove risparmiare qualche euro permette di rimanere a galla nel mercato mondiale, il mercato dove le merci si spostano veloci, mentre le persone ne subiscono tutti i “costi” di produzione.
Oltre a descrivere la situazione, denunciando lo stato di aggressione totale e permanente ad ogni forma di vita, il racconto dell’autorganizzazione dal basso per la prevenzione e l’analisi medica, la ricerca di legami con altre associazioni e realtà anche fuori dal territorio, con continui incontri pubblici, l’origine del nome “terra dei fuochi”, giornalisticamente efficace ma che non descrive esattamente il problema, cioè i fumi tossici che continuano a impestare l’aria, più pericolosamente immediati dei residui tossici interrati nei terreni.

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Voci dal corteo#4: Brigate di solidarietà attiva

Qual’é la situazione nel “cratere” del sisma in centro italia? Le bsa ci raccontano delle 25 casette sorteggiate a fronte di una situazione di necessità diffusa, la macerie ancora lì, la popolazione deportata negli alberghi della costa, nel tentativo di svuotare questo territorio periferico. Ci parlano anche di autorganizzazione, delle prime reti di reciproco aiuto tra gli abitanti,dell’attivazione di gruppi di acquisto solidale dei prodotti di amatrice e dintorni, del tentativo di mantenere l’unità e la permanenza sul luogo, fatto legato soprattutto all’agricoltura, attività principale della zona. Amatrice 2.0 è l’associazione dei giovani che stanno resistendo sul territorio, presenti al corteo consapevoli che bisogna aiutarsi da soli e non sperare inutilmente negli aiuti di governo. C’è un disegno politico nello svuotamento del territorio, che vale solo quando interessante per la costruzione in cemento (come il ristorante costruito invece delle case, o le scuole in legno costruite dalla regione trentino, che verranno abbattute per far posto a costruzioni in cemento targate Marchionne), o per le zone di interesse turistico (vedesi Norcia), ma non dove c’è una popolazione radicata al territorio e all’agricoltura. Un disegno per nulla diverso a quello delle altre montagne italiane: il terremoto è una manna per accelerare il processo di svuotamento e sfruttamento della montagna. E proprio qui dovrà passare il gasdotto Tap…

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Dal genocidio all’organizzazione di comunità autonome

“la montagna ci ha dato riparo, ci ha protetto la foresta”
Gli indigeni Ixiles, in Guatemala, si sono salvati dal genocidio rifugiandosi nella selva e nelle montagne, ed ora lottano per la riaffermazione della propria identità e cultura, contro il liberismo nordamericano che continua in nuove e moderne forme il vecchio colonialismo. Maria Tomas Tomas, presente in studio, ci racconta brevemente la sua esperienza, mentre Gilberto Reynado, salvadoregno, porta la voce della Comunità Autogestita di S.Francisco Echeverria.

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trasmissione dell’11 maggio

Il podcast completo della trasmisione:
*Commenti sulla manifestazione del 6 maggio
*Silvano presenta il Critical Wine a Bussoleno
*Maria Teresa dell’associazione Lisangà, in collaborazione con Carovane Migranti, viene in studio con Maria (Universidad Ixil, Guatemala) e Gilberto (Giunta direttiva della Comunità autogestita di San Francisco Echeverria, El Salvador) parlandoci delle analogie con l’imposizione di dighe, miniere e grandi opere nei loro paesi, di autogestione e conservazione della lingua e cultura locale e indigena
*Mario commenta alcuni fatti di attualità
*Nicoletta ci racconta di Veronelli, enologo che lanciò l’idea di Critical wine e del suo testamento, in cui rivelò dove si trova la tomba di Gaetano Bresci
*Lunga agenda di appuntamenti

A giovedì prossimo!

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voci dal corteo#2: alpinismo molotov

“La montagna è un rilievo in tutti i sensi. Si innalza sulle pianure. È un punto di riferimento quando si è in basso e, quando si è in cima, diventa postazione di osservazione panoramica. È fondamentale per il ciclo ecologico che ci tiene in vita. Dà la spinta ai corsi d’acqua, ospita i ghiacciai. Tutte cose di rilievo.
Ma è diversa la montagna. Basta spostarsi, anche di poco, e il contorno muta, emergono dettagli fino a poco prima nascosti. La montagna è storta e per coglierne un’immagine complessiva obbliga al movimento.
È diversa poi perché rifugio degli irregolari, degli sbandati, dei partigiani. È il polmone di libertà di chi è asfissiato dalle costrizioni sociali delle metropoli. È allo stesso tempo confine naturale e cerniera, porta d’accesso ad altre terre. E al cielo”

senti la chicchierata che abbiamo fatto con loro, e ricorda la festa che si terrà allo spazio sociale VisRabbia di Avigliana il 2,3,4 giugno

http://www.alpinismomolotov.org/wordpress/diverso-suo-rilievo-programma/

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alpmoltov_locandina