trasmissione di giovedì 28 settembre – riassunto e podcast

il podcast completo della trasmissione

La notizia del giorno riguarda Meana. Il comune ha dichiarato, alla conferenza dei servizi a Roma, l’interesse a ricevere lo smarino del tav per riempire l’ex cava Palli. Qui operava una delle ditte nata dal fallimento della Italcoge (Lazzaro), una di quelle che nel 2011 aveva posato le recinzioni del cantiere.

La cava non sarebbe sufficiente ad accogliere tutto il materiale, ma offre una sponda al progetto dopo le delibere negative dei comuni di Caprie e Torrazza.

Sempre sul fronte istituzionale, l’unione montana prende posizione sulla variante di progetto con alcune osservazioni. Se non ci si può aspettare un’opposizione vera al Tav, bisogna pur approfittare del fatto che, finalmente, anche in alta valle se ne parla.

Incontro italo-francese a Lyon

Nell’incontro hanno parlato di tanta “ciccia”; accordi economici e militari, frontiere…

Ma hanno parlato anche di Tunnel Torino-Lione: scompare l’intenzione di creare un corridoio treni nuovo tra le due città, rimane l’idea (ancora più assurda allora) di fare solo il tunnel. I giornali si sperticano nel dire che ormai la decisione francese è irrevocabilmente sancita. Ma è proprio così? Lungi dall’alimentare false speranze e piste di “governo” il politichese è un po’ più sibillino. Forse fa il loro gioco lasciare sempre qualche speranza, per tenerci buoni, o forse il governo d’oltralpe preferisce sempre lasciarsi qualche asso nella manica, un conto sempre buono da presentare come merce di scambio… vedremo… intanto potete trovare il documento originale (in francese) sui vari canali informativi no tav: sta girando.

Continuano gli imbrattamenti: bello e illegale…
podcast radio no tav : il murale no tav in via Laghi ad Avigliana
murale no tav – via Laghi ad Avigliana

Per quanto riguarda scartoffie e burocrazia varia, il murale realizzato ad Avigliana in via Laghi, pare non rispetti i “vincoli paesaggistici” del luogo. In attesa della demolizione dei vari obbrobri presenti sul territorio, vediamo cosa faranno  giunta e sovrintendenza. Multa? rimozione coatta? Condono? Staremo a vedere, intano il dipinto rimane lì.

Il fine settimana vede poi diversi appuntamenti, soprattutto a Torino, occasione del g7 del lavoro. Riflessioni e appuntamenti.

A giovedì prossimo!

[audio:2017.09.28-13.03.40-radionotav.mp3]

 

scarica prima parte

[audio:2017.09.28-14.03.40-radionotav.mp3]

 

scarica seconda parte

 

 

Wall Susa e corteo: un audio riassunto

Wall Susa: dopo i tre giorni terminati col corteo…

Dalla nostra inviata specialissima, un resoconto audio della tre giorni di pitture murali (wall susa) e dal corteo. Murales a Chiomonte e in tutta la valle, corteo, riffa e interventi al microfono. Un riassunto di pochi minuti dello spirito di queste giornate.

[audio:wallsusa.mp3]

 

scarica qui

E ancora…

leggi e ascolta l’intervista ad Aladin, uno dei muralisti che hanno partecipato all’evento: arte di strada e potere

oppure guarda la sezione murales

Meana accoglie lo smarino del TAV

Il comune di Meana ha dichiarato in conferenza di servizi la disponibilità a riempire di smarino l’ex cava Palli

E’ ufficiale: il comune di Meana desidera ricevere lo smarino del tav  per “rinaturalizzare” (tradotto dalla neolingua: fare una discarica) le cave del territorio. Il comune da sempre ambiguo di fronte all’opera ora si schiera apertamente, in cerca di qualche “compensazione”. Ma non ci sono compensazioni possibili alla distruzione del territorio…

La decisione, tenuto nascosta prima della dichiarazione direttamente al governo, e a Telt, sembra bilanciare le delibere negative fatte a Caprie e a Torrazza. Ma le cave di Meana non saranno comunque sufficienti ad accogliere tutto il materiale. Sarebbero però sufficienti ad accogliere il materiale dissequestrato a Salbertrand, che cerca collocazione. Una volta rimosso, farebbe spazio ai capannoni di processamento del materiale
A descrivere il quadro Monica, consigliera a Giaglione e rappresentante all’unione montana dei comuni

[audio:2017-09-28-meana-cava-balli.mp3]

 

scarica qui

 

Oggi saranno anche discusse, all’unione montana dei comuni, delle osservazione alla variante di progetto proposta dai comuni dell’alta valle. I sindaci si premurano di tenere libera la statale e non intralciare il turismo. Per quanto queste premure possano valere, rimane comunque un buon momento per agitare le acque nella tranquilla alta valle, che ora scopre che i danni del tav saranno anche qui.

Ascolta le riflessioni fatte da Monica ai nostri microfoni:

[audio:2017-09-28-osservazioni-unione.mp3]
scarica qui

Torino Lione: a che punto siamo?

il nuovo volantone che fa il punto sulla Torino Lione:

Torino Lione a che punto siamo
Da oltre un quarto di secolo si parla di una nuova linea Torino Lione. Da oltre un quarto di secolo vengono portate tesi e
argomentazioni che provano l’assurdità della proposta.

Negli anni sono stati presentati molti progetti: sinistra Dora, destra Dora, progetto a fasi… Diversi sono stati abbandonati e la nuova linea ha perso alcuni pezzi per strada. Oggi ci troviamo a studiare, e a contrastare, il così detto Progetto di Variante  della tratta transfrontaliera, che prevede lo scavo  a partire da Chiomonte delle due canne del tunnel di base,  un cantiere che si allargherà occupando circa 120.000 metri quadrati,  il trasporto a Salbertrand del materiale estratto a Chiomonte,  un’area industriale a Salbertrand occupante una superficie di circa 125.000 metri quadrati, l’invio del materiale non riutilizzabile a Caprie e a Torrazza, la realizzazione a Susa di diversi cantieri: quello per l’imbocco est del tunnel di base, di circa 50.000 metri quadrati; l’area di lavoro “Susa Autoporto”, per la
realizzazione delle opere a cielo aperto, che occuperà circa 130.000 metri quadrati; il cantiere dell’imbocco Ovest del tunnel di interconnessione, di circa 100.000 metri quadrati e finalizzato allo scavo delle due canne del tunnel di interconnessione fra Susa e Bussoleno. Il peso del materiale scavato per quest’ultimo tunnel ammonta a circa 1.400.000 tonnellate, parte di questo materiale verrà riutilizzato sul posto e parte mandato, tramite tir, a
Salbertrand;  la costruzione a Bussoleno di due cantieri: quello
dell’imbocco est del tunnel di interconnessione di circa 4.000 metri quadrati, quello dell’innesto alla linea storica di circa 5.000 metri quadrati; è inoltre prevista una ulteriore area di cantiere di circa 9.000 metri quadrati per il deposito dei materiali;  il ritrovamento di circa 220.000 tonnellate di materiale potenzialmente contenente amianto e 85.000 tonnellate contenente arsenico.

Questa Variante, che rende complicatissima e ancor più impattante la logistica di cantiere e aumenta le aree occupate, è stata proposta come migliorativa sul lato della sicurezza. Peggiora invece, se possibile, un
progetto sciagurato.

Arte di strada e Potere: tre giorni di murales in Val Susa

In studio con noi une degli “imbrattatori” che stanno dipingendo muri e case della valle. Gli abbiamo posto alcune domande: l’arte di strada “di lotta”, “impegnata” esiste ancora? Come si distingue dai servigi prezzolati che molti artisti Artisti donano ai detentori del potere? A coloro che prima deturpano, distruggono o devastano il territorio, poi pagano perché venga ben rappresentato?

Cosa succede nel mondo dell’arte di strada, tra censure e divieti da una parte, e recupero e speculazione dall’altra?

Qui avete la registrazione di quanto passato ai nostri microfoni

[audio:2017-09-21-arte-potere.mp3]

scarica qui

 

Qual’è invece il programma di questi tre giorni, tra incontri pubblici e nuovi “imbrattamenti”? Ricordiamo che sarà possibile partecipare alla jam, dove chiunque potrà cimentarsi nell’arte dell’imbrattare.

[audio:2017-09-21-wallsusa-programma.mp3]

scarica qui

qui la mappa dei disegni che sono in realizzazione: passate a vederli, a salutare e a far sentire la presenza della valle no tav!
ricordiamo ancora che precedenti disegni erano stati denunciati appunto per imbrattamento proprio mentre il tunnel “Clarea” veniva dipinto da pittori prezzolati.

Solidarietà con il popolo degli ulivi

I loro volti sono quelli della verità, una verità calpestata, bruciata tra le fiamme dell’omertà, della complicità. Cittadini come tanti, madri, padri, studenti, contadini, professionisti ed anche bambini. Erano circa duecento i salentini che nel novembre del 2015 bloccarono il traffico ferroviario alla stazione di San Pietro Vernotico. Di questi, 46 sono stati identificati e denunciati dalla digos di Brindisi. L’accusa è di aver omesso di dare avviso dalle autorità competenti della manifestazione, cagionando un danno ai passeggeri e alle Ferrovie dello Stato, oltre che di interruzione di pubblico servizio.
La manifestazione in questione aveva la finalità di bloccare il Piano Silletti che prevedeva non solo l’estirpazione degli ulivi salentini perché ritenuti infetti da xylella (senza però alcun test di patogeni- cità effettuato sul batterio e soprattutto con la consapevolezza che l’estirpazione delle piante non eradica il batterio), ma anche l’irrorazione a tappeto da Leuca a Brindisi di fitofarmaci riconosciuti dannosi alla salute umana, i cui effetti sarebbero emersi soprattutto nelle generazioni future. Hanno tentato ogni via per evitare il disastro, hanno cercato di dialogare con le Istituzioni, hanno chiesto a gran voce di aprire la ricerca a 360° e di accreditare altri centri analisi ma ogni loro richiesta è rima- sta inascoltata. A dicembre la procura di Lecce bloccò quel folle piano indagando lo stesso commis- sario all’emergenza, il generale Silletti, e parte della scienza che ad oggi continua ad occuparsi del disseccamento rapido.
Questi cittadini il 6 novembre saranno processati per aver difeso la loro storia ed il loro futuro. Oggi hanno bisogno della solidarietà di tutti.
Siamo dunque al loro fianco nell’affermare l’alto valore sociale della loro azione, rivolta ad impedi- re uno scempio immensamente superiore al presunto danno arrecato dalla loro azione di protesta.

Per firmare l’appello: qui

qui trovate un approfondimento tecnico sul progetto TAP e gli interessi che vi stanno dietro
TAP

24/9 corteo no tav ancora a Chiomonte

Al telefono con noi Fabrizio che spiega le motivazioni che portano il movimento a organizzare un corteo Ancora a Chiomonte

Dal gruppo di lavoro di Chiomonte sono sorte le riflessioni che vedono il nuovo progetto impattare fortemente sul territorio dell’alta valle. Scavare “ancora a Chiomonte” significa investire il territorio, e non più la sola Clarea, delle varie fasi di lavorazione e immagazzinamento delle rocce di scavo, quelle amiantifere previste dai proponenti comprese. Dopo il trasferimento via camion per strada e autostrada avverrà la creazione dei conci, il vaglio e il carico del materiale sui treni per altre destinazioni. Il corteo coincide con altri avvenimenti: la vendemmia e Wall Susa. Ciò significa che il serpentone per le vie del paese cercherà di spiegare, ancora una volta, le conseguenze dell’opera, a cominciare da Chiomonte. La vendemmia, in corso in questi giorni, sarà occasione per ribadire l’incompatibilità dell’opera e del suo apparato militare con le attività locali. Wall Susa, la tre giorni di arte di strada che impegnerà il fine settimana, terminerà in concomitanza del corteo proprio domenica.

[audio:2017-09-21-ancora-chiomonte.mp3]
scarica qui

 

Sempre sulle libere frequenze di Blackout potete trovare altre interviste realizzate durante la mattinata informativa

testo d’indizione e manifesto del corteo li trovate qui

24 settembre corteo “Ancora a Chiomonte”

ANCORA A CHIOMONTE

La recente pubblicazione della variante di progetto in merito allo scavo del tunnel di base transfrontaliero della nuova linea TAV conferma ciò che da tempo si immaginava. Lo scavo della parte italiana della maxi galleria è previsto a partire da Chiomonte. Ciò comporterà l’allargamento dell’attuale cantiere, la costruzione di un nuovo svincolo autostradale e lo scavo di un’altra galleria più grande a fianco del cunicolo esplorativo, realizzato dopo anni di lavoro.

Per i prossimi 15 anni, la vita dei valsusini sarà ostaggio di camion, polveri, Esercito e Polizia.

A Chiomonte hanno pensato di dare avvio ai cantieri del TAV vero e proprio. Tutti insieme, saremo ancora a Chiomonte, uniti per affermare il nostro NO, determinato e incondizionato ad un’opera insensata e sciagurata.

Una grande mangiatoia di denaro pubblico per affaristi senza scrupoli.

Domenica 24 Settembre sfileremo per le strade di Chiomonte per ribadire che impediremo la costruzione del TAV in Val di Susa.

il contesto della manifestazione rappresenterà anche la degna chiusura di WallSusa, una iniziativa che, nei giorni precedenti, vedrà la realizzazione di graffiti e murales per lasciare, ancora a Chiomonte, un altro segno di opposizione a questa Grande Opera Inutile e Imposta

RITROVO ORE 15 STAZIONE FS a CHIOMONTE

 

ancora a chiomonte

ancora a Chiomonte
corteo ancora a Chiomonte

 

no tap: fine della pausa estiva, si attende il riavvio dei lavori

Trans Adriatic Piperline: punto della situazione e prossime tappe

Il gasdotto TAP parte dall’Azerbaijan attraverso Turchia, Grecia, Albania e il fondale adriatico. Approderà a Melendugno (Lecce) per proseguire interrato fino a un terminale di ricezione. Da qui si connetterà alla rete nazionale di Snam rete gas e raggiungerà l’austria dove verrà distribuito sul mercato europeo. Ad ora la “fase zero” del cantiere di Melendugno è terminata, cioè sono stati espiantati gli ulivi per preparare il nudo terreno su cui, da novembre, dovrebbe sorgere il cantiere. Mancano però, le opere accessorie di allestimento e le strade d’accesso, compresa quella per la trivella che dovrà raggiungere la zona attraverso la costruzione di un strada speciale apposita.

“Le ragioni dell’economia non sono le nostre”

Secondo chi combatte contro Tap, opporsi non è solo difendere un pezzo della costa da un’opera che serve unicamente a chi la progetta e realizza.  La devastazione ambientale, il saccheggio delle risorse, lo sfruttamento della manodopera non sono separabili dal progetto Tap. Le politiche concorrenziali che vi stanno dietro servono ad abbassare il prezzo della materia prima così come le guerre di occupazione (“umanitarie”) in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria.

Quindi opporsi al Tap vuol dire opporsi al sistema globale di sfruttamento, contrastare progetti mortali ritenuti indiscutibili, contrastare le guerre di conquista e la devastazione e saccheggio dell’intero pianeta.

Il percorso

Tap si svilupperà per 870 chilometri. 550 in Grecia, 210 in Albania, 105 sul fondale adriatico. Sono previste tre sezioni di compressione del gas tra Grecia e Albania. A Lecce sbucherà sul litorale per proseguire interrato per 8 km fino al terminale di ricezione che si estenderà per 9 ettari. Da qui con un altro percorso interrato arriverà a Mesagne (BR) per collegarsi alla rete Snam.

Chi c’è dietro TAP?

TAP è una joint venture creata per progettare, sviluppare e costruire il gasdotto. Ha sede a Baar (Svizzera) e dispone di uffici ad Atene, Roma, Tirana, Bruxelles e Istanbul.

Sono azionisti Snam spa, BP, Socar, Fluxys, Enagàs, Axpo.

Snam spa è capofila in Europa nella realizzazione e gestione integrata delle infrastrutture del gas naturale, Snam controlla interamente Snam rete gas, GNL Italia, Stogit.

BP è fra le più grosse società petrolifere del mondo. Ricerca ed estrae petrolio e gas, commercializza carburanti, produce corrente elettrica e prodotti petrolchimici. Bp Italia spa ha sede a Milano.

queste e altre informazioni dettagliate le potete trovare in un pieghevole informativo consultabile e scaricabile dal blog comunella fastidiosa alla voce “per tante ragioni o per una sola Contro Tap